Le case editrici e il futuro dei libriPolillo: «Cambiare è inevitabile»

Affrontare il digitale non è una volontà, è una necessità: parola del presidente degli editori italiani, Marco Polillo. Che avverte: tutto è ancora in cambiamento, è difficile fare previsioni definitive, ma non si può scegliere.
Le case editrici e il futuro dei libriPolillo: «Cambiare è inevitabile»

Monza – Digitale o tradizionale. Non è che si possa discutere: il futuro è fatto di kappabyte. Il futuro appunto. Verso cui attrezzarsi: con la giusta cautela. Marco Polillo, nell’editoria da sempre, oggi editore in proprio e presidente della categoria dal 2009 (Aie), non ha dubbi: «Non possiamo ignorare il digitale», ha detto in occasione del forum mondiale Unesco della cultura alla Villa reale di Monza. «Ma tutto è ancora da decidere».

Quando è stato eletto presidente dell’Associazione italiana editori ha avuto proprio questo incarico: traghettare il mondo dell’editoria nel mondo degli ebooks. Funziona?

Sta funzionando nel senso che è una necessità, più che una volontà. Il futuro è quello, e quindi noi editori non possiamo ignorare che c’è un mondo digitale che sta bussando alle porte con grande forza. I nuovi strumenti sono stati visti prima con un po’ di diffidenza, di timore, di dubbio, paura nel futuro. Oggi si cavalcano forse in maniera più corretta: molti sono entrati nel digitale. Ma gli andamenti delle vendite degli ebooks sono ancora abbastanza fiacchi. C’è sicuramente un incremento notevolissimo rispetto al passato, ma è facile: prima non c’erano. Quando uno diventa due, è un aumento del cento percento. Ma non ci sono i balzi in avanti che forse molti o temevano o si apettavano.

Quindi?

Quindi vediamo cosa succede. I dati che hanno fornito oggi (lunedì, giorno di apertura del focus, ndr) sono interssanti e divertenti: c’è chi dice che il libro digitale non sconfiggerà quello stampato e anzi, sembra che abbia comportato un aumento delle vendite in entrambi i campi. E poi ci sono quelli che dicono “il futuro è digitale e tra vent’anni le nuove generazioni non sapranno nemmeno più cos’è un libro di carta”. È troppo presto per fare valutazioni definitive.

Salone del libro 2010: il trionfo degli ebooks. Salone 2011: c’è già chi suona le campane a morto.

C’è forse più un problema di attenzione spasmodica dei media sulle novità. L’attenzione è sproporzionata rispetto all’effettivo utilizzo di questi strumenti. Quando tutti sono partiti lancia in resta a parlare dell’editoria digitale, si è creata un’enorme attenzione. Torino giustamente ha cavalcato l’onda degli e-readers (i lettori elettronici per i libri digitali, ndr), che è comunque un campo in continua evoluzione: ne esce uno nuovo almeno ogni anno e questo provoca delusione nelle aspettative o nei progetti. Ma è una delusione sporporzionata, com’era sproporzionata l’attenzione un anno fa.
Gli editori sono pronti?
Il mondo dell’editoria si è buttato. Prima con grande entusiasmo, oggi forse sta rallentando. Ma tutti andiamo lì. C’è ancora un po’ di confusione, a partire dal fatto che i readers continuano a cambiare e uno deve adattarsi. È un mercato complicato e in grande evoluzione. Per fare un esempio è come se fossimo passati dalle videocassette ai cd e poi ai dvd e insieme agli mp3 in un solo anno: tutto troppo in fretta. Ci vuole preparazione.

Cambierà anche per gli autori? La torta, nella nuova spartizione, li avvantaggerà?
Non lo so. La spartizione è difficile, non sono così ottimista sul fatto che ci sia da metter fieno in cascina per tutti e in grandi quantità. Non dimentichiamo che c’è un problema di pirateria, che sul fronte del libro cartaceo era relativa perché l’unica forma erano le fotocopie, mentre sul fronte degli e-book è altissima: si può tranquillamente crackare qualunque tipo di dispositivo e di conseguenza il rischio per gli abusi è altissimo. Ripeto: è tutto da vedere, è troppo presto per qualsiasi valutazione definitiva.
Massimiliano Rossin