L’attesa in mezzo al degradoViaggio tra le fermate di Monza

Tettoie rotte, panchine assenti, orari illeggibili o danneggiati dai soliti writer. Non è certo facile per i pendolari attendere l'arrivo del pullman. Soprattutto quando si aspetta il mezzo in mezzo al degrado.
L’attesa in mezzo al degradoViaggio tra le fermate di Monza

Monza – Dove non arriva l’incuria delle aziende chiamate a preservare l’integrità delle strutture ci sono vandalismo e maleducazione dei soliti deficienti. Il risultato è comunque desolante: le pensiline degli autobus a Monza sono rotte, sporche e inefficienti. Mancano le panchine, mancano le tettoie e spesso mancano persino gli orari. Una situazione che ben conoscono i pendolari, abituati a convivere con tettoie distrutte, tabelline degli orari appese con lo spago, illeggibili a causa dei graffiti dei vandali o del tutto inesistenti.

Sporcizia e degrado
– Basta fare due passi lungo le strade percorse dai pullman di linea per rendersi conto di quanto siano brutte e malconce le fermate monzesi. Nessuna differenza tra il centro città e la periferia: lo stato di sporcizia e abbandono in cui versano le fermate dei pullman cittadini è identico. E così il tabellone del 204 e del 244, nella centralissima piazza Carducci, a due passi dall’arengario e da piazza Duomo, è rotto e malconcio esattamente come quello di via D’Annunzio. Qui i soliti idioti hanno pensato bene di imbrattare la bacheca con gli orari e quella che indica i punti vendita per acquistare i biglietti del bus. Graffitari maleducati anche in via Manzoni, dove alla fermata del 202 hanno imbrattato con un pennarello verde brillante la copertura in plexiglas che ricopre gli orari. Ma non è sempre colpa della maleducazione. Molte pensiline, infatti, riportano gli orari appesi con una cordina di spago, logori ed esposti alle intemperie.

Tettoie colabrodo
– Un capitolo a parte lo meritano le tettoie. Qualche anno fa l’amministrazione pensò di «ingentilirle» proponendo immagini della Monza più bella ed elegante, con scatti della Villa reale, della basilica, del parco. Belli da vedere, certo, ma mai curati. Alcune di queste infatti ora cadono a pezzi, come quella in via D’Annunzio, pericolosamente pendente e completamente rovinata. Non è in condizioni migliori quella di corso Milano, davanti al distributore. Qui si incrociano i percorsi di molte linee urbane ed extraurbane. Un punto assai frequentato dai pendolari, costretti a sedersi, nel migliore dei casi, sul muretto di cinta dei giardini della stazione.

Un muro come panca
– Stessa scena anche alle fermate davanti all’Urban center, anche qui gli utenti sono costretti a usare il muretto delle aiuole se vogliono attendere comodamente seduti l’arrivo dell’autobus perché mancano le panchine, a ripararsi sotto i cornicioni dei palazzi e dei negozi perché spesso le tettoie sono rotte e ad arrivare alla fermata del bus già muniti degli orari delle corse. E poco importa se i messi siano nella Net o di Brianza trasporti: l’esito alla fine è il medesimo. Ma anche questo (purtroppo) fa parte della dura vita del pendolare.
Sarah Valtolina