La violenta e lei perde il bimboIn manette pizzaiolo di Usmate

La notizia agghiacciante è stata resa nota il giorno della Festa della donna: i carabinieri di Bernareggio hanno arrestato e ridotto in manette un pizzaiolo egiziano di 35 anni, che ha violentato e picchiato la compagna ucraina causando con ogni probabilità l'aborto che la donna ha subito poco dopo.
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Usmate Velate – La notizia agghiacciante è stata resa nota il giorno della Festa della donna: i carabinieri di Bernareggio hanno arrestato e ridotto in manette un pizzaiolo egiziano di 35 anni, che ha violentato e picchiato la compagna ucraina causando con ogni probabilità l’aborto che la donna ha subito poco dopo. Lui è residente a Usmate Velate, ha piccoli precedenti penali ma non legati alla violenza ed è pizzaiolo nella pizzeria di via Roma a Carnate. Uno straniero piuttosto inserito nel tessuto sociale cittadino, in Italia da anni, provvisto di un lavoro e di una discreta disponibilità economica. Parla l’italiano e aveva anche una compagna, una donna di 40 anni di origine ucraina.

Tutt’altro che un emarginato, insomma, pur assodato che nemmeno l’emarginazione sarebbe una giustificazione al suo crimine. I terribili fatti che gli vengono contestati dai carabinieri di Bernareggio, su denuncia della vittima stessa, risalirebbero al mese di febbraio. Tutto pare sia accaduto in calce a una violenta lite scoppiata tra l’uomo e l’ucraina, sua convivente e in gravidanza al momento dei fatti. I vicini pare abbiano sentito le grida, come già altre volte in passato. Mai però il rapporto tra i due era degenerato.

Quella sera invece il nordafricano si è macchiato di violenza sessuale aggravata, lesioni e violenza privata picchiando selvaggiamente la 40enne e e abusando di lei, senza farsi alcuno scrupolo per il bambino che la donna portava in grembo da due mesi e che con ogni probabilità sarebbe stato suo figlio. Sarebbe stato, perché la donna ha perso il bambino e ora è probabile che il procurato aborto sui aggiunga alla lunga lista dei reati commessi dal pizzaiolo. È stata la stessa vittima a raccontare tutto ai carabinieri, accompagnata in caserma da una persona vicina.

Ha sporto denuncia riferendo ogni drammatico dettaglio ai carabinieri e poi è stata allontanata dall’appartamento che condivideva con il compagno. La donna è stata accolta in una comunità protetta per donne maltrattate, dove il pizzaiolo non può trovarla. I carabinieri di Bernareggio intanto hanno raccolto gli elementi necessari e hanno trasmesso tutto all’autorità giudiziaria che ha spiccato l’ordine di custodia cautelare in carcere eseguito dai militari di Bernareggio.

La vittima, come sempre in questi casi, è stata visitata anche dai medici della struttura sanitaria Mangiagalli di Milano, specializzata negli accertamenti sui casi di violenza sessuale. Le sarebbero stati riscontrati gravi traumi riconducibili alla violenza subita tra cui plausibilmente la perdita del bambino. Il feto è stato trattenuto e l’autorità giudiziaria ha disposto approfondimenti per stabilire se davvero l’aborto sia da attribuire al pestaggio e alla violenza del pizzaiolo.

Lui è stato condotto in carcere. Potrebbe pagare i suoi reati con una pena tra i 5 e i 6 anni di reclusione. Casi come questo purtroppo non sono così rari e in molti casi non si trasformano in arresti e condanne solo perchè le donne non li denunciano o cambiano idea dopo averli denunciati.
Valeria Pinoia