Monza – Becky e Giorgia ce l’hanno fatta a uscire dal cappio dello sfruttamento. Entrambe sono arrivate in Italia con la promessa di una vita migliore. Nigeriana una, moldava l’altra. Ad attenderle, invece, c’era la strada. Becky proviene da un villaggio vicino a Benin city, ha 19 anni, nove fratelli, due genitori anziani. Terminata la scuola superiore a 17 anni non può più continuare gli studi perché la sua famiglia è povera e non trova lavoro. Un’amica le fa conoscere Elisabeth, che vive in Italia e le propone un lavoro da cameriera o baby sitter.
La ragazza ne parla con la madre che è preoccupata ma Becky insiste perché potrebbe, così, mandare i soldi alla famiglia. La giovane lascia casa senza avvisare nessuno. Viene accolta da Elisabeth, che presto diventerà la sua «madam», le fa giurare fedeltà davanti a uno stregone attraverso dei riti woodoo. Inizia il viaggio verso il Belpaese, dove viene introdotta con passaporto falso. Il lavoro promesso non c’è, ma Becky deve comunque pagare 40 mila euro per le spese del viaggio e i documenti oltre a 200 euro per l’affitto mensile, 30 euro alla settimana per il vitto e 300 per il joint, il tratto di strada dove lavorerà.
Non le rimane, insomma, che fare la prostituta. Lei non vuole. Viene picchiata, maltrattata e se guadagna poco viene minacciata. Per due anni la «madam » non la lascia mai uscire da sola tranne di notte per andare a lavorare. Riesce a scappare e cerca ospitalità da un’amica. Dopo alcuni mesi, telefonando alla madre, viene a sapere che il fratello è stato picchiato e la famiglia ha subito minacce. Per saldare il suo debito Becky torna sulla strada, dove incontra gli operatori di un’associazione. Iniziano i problemi di salute ed è troppo stanca per continuare quella vita. Accetta il progetto di accoglienza e viene ospitata in una casa protetta. Riesce denunciare la «madam».
Oggi Becky ha un lavoro come operaia, ha un fidanzato ed è tornata in Nigeria per abbracciare i suoi parenti e gli amici. Giorgia ha invece 22 anni quando lascia la Moldavia. Ha terminato l’università ma non trova lavoro. Il padre è malato e non riesce a mantenere la famiglia. Un’amica le fa conoscere Rudy, che può aiutarla in Italia per lavorare nei ristoranti o come spogliarellista, se vuole come prostituta. Il viaggio è difficile: alla frontiera viene fermata e rimandata in Moldavia. Con un altro passaporto attraversa l’Ucraina, l’Ungheria, l’Austria. In Italia il ristorante non c’è.
La sorella dell’amica che le aveva fatto conoscere Rudy la presenta al fidanzato albanese. Giorgia deve prostituirsi dando loro tutto l’incasso. Un cliente la vorrebbe aiutare, ma quando viene scoperta l’albanese la picchia. Una sera la polizia la porta in Questura: racconta tutto ai poliziotti che la accompagnano in una comunità di pronto intervento. Giorgia ha portato a termine il progetto e ha trovato lavoro in un negozio.
Federica Vernò