Il  Re de sass e 100 coseda ricordare: guida di Monza

Una nuova guida su Monza, ad opera di un gallerista seregnese. Si chiama Sergio Mandelli, 51 anni, tre figli. Il libro ''Monza il Re de sass e ... 100 cose da ricordare'',  Alessandro Dominioni Editore, euro 16,50, verrà presentato sabato 11 dicembre, alle 17, al Libraccio di via Vittorio Emanuele.
Il  Re de sass e 100 coseda ricordare: guida di Monza

Monza – Una nuova guida su Monza, ad opera di un gallerista seregnese. Si chiama Sergio Mandelli, 51 anni, tre figli. Cento pagine, ogni pagina una foto e un breve testo non asettico nè burocratico, ma di gustosa lettura. Il libro ”Monza il Re de sass e … 100 cose da ricordare”,  Alessandro Dominioni Editore,  euro 16,50, verrà presentato sabato 11 dicembre, alle 17, al Libraccio di via Vittorio Emanuele. Abbiamo intervistato l’autore.

Metti un gallerista appassionato di storia e letteratura, aggiungi un editore che voglia fare una guida ragionata sulla città di Teodelinda, dopo aver pubblicato quelle su Como e Lecco, ed ecco il risultato: “Monza, Re de sass e…cento cose da ricordare”. E come il titolo ha la prima sottolineatura nella copertina, dove spicca in bella mostra la statua di re Vittorio Emanuele II  allo stesso modo trova rigorosa conferma all’interno: cento pagine, cento schede, metà di testo, metà di foto. Non sfugge niente: storia antica, moderna e contemporanea portano alla ribalta monumenti, luoghi, personaggi, industrie e bellezze artistiche e ambientali.
E’ stata la fatica di un anno di Sergio Mandelli, 51 anni, seregnese, per i tipi di Alessandro Dominioni Editore.

Come è nata l’idea delle guida?
“E’ nata in una serata dedicata allo scrittore Eugenio Corti. Lì ho conosciuto l’editore, che cercava qualcuno cui affidare l’incarico di redigere una guida di Monza sull’esempio delle altre pubblicate. Un format agile, di facile lettura ma di rigorosa documentazione. Io mi sono fatto avanti, ho fatto alcune schede di prova, sono piaciute e ho portato a termine l’opera”

Che cosa ha significato per te questo lavoro e con che criterio hai scelto le cento cose da ricordare?
“Per me è stato un viaggio alla scoperta di Monza. Chiaro che già la conoscevo, ma non così a fondo come mi ha obbligato a fare questa ricerca. Ho verificato sul campo quanto ho appreso da libri e documenti di internet. Come brianteo, e non monzese, ero nella posizione giusta per capire e confrontare da visitatore Monza con altre città”.

E che giudizio si è fatto della città?
“E’ una città che ha tante e grandiose potenzialità. Si pensi solamente al fatto che possiede la Corona ferrea, il simbolo più alto al mondo della regalità: è stata sulla testa di Carlo Magno, del Barbarossa, di Napoleone. Si pensi a San Gerardo dei Tintori, a cui si può ben attribuire la nascita dell’ospedale moderno, , nel quale la cura dell’ammalato è passata da uno spontaneismo, tanto prezioso quanto volontaristico, ad una organizzazione capillare e ragionata. E ancora: l’autodromo, il circuito più importante del mondo, il parco, il più grande cintato d’Europa; la ferrovia, che nella tratta Milano Monza è stata la seconda a nascere in Italia, dopo quella Napoli-Peschici. Si pensi anche al grande laboratorio di rapporti industriali che è stata Monza dalla fine dell’800 agli inizi del ‘900, alla grande organizzazione sindacale nata in seno a socialisti e cattolici. Sono solo alcuni accenni alle tante eccellenze monzesi. Se i monzesi ne fossero consci avrebbero maggiore considerazione e stima di sé e delle proprie potenzialità”.

A cosa è dovuta, secondo lei, questa poca stima di sé?
“Credo che la vicinanza a Milano abbia pesato e pesi più in modo negativo che positivo. Il capoluogo meneghino ha svolto e svolge indubbiamente il ruolo di un motore di sviluppo, ma il monzese ha visto nel passato e vede ancora oggi, per certi versi, la città di Milano più come una minaccia da cui difendersi che come una risorsa con cui entrare in sinergia. Ecco, forse, la paura, che non è un sentimento positivo e che porta a chiudersi a riccio, sia originata dalla scarsa coscienza di sè. Questa guida credo sia un aiuto, per i monzesi e ai briantei a rendersi conto di quali tesori possono vantarsi, e di conseguenza mostrarsi, e di conseguenza uno stimolo ad uscire da un atteggiamento di difesa e a lanciarsi verso l’Europa: Monza ha ottime carte da giocare”.
Antonello Sanvito