Monza – Da Giovanbattista Begnini a Stefano Salaroli, dalla famiglia Begnini alla PaSport: il Monza Brianza, dopo cinque anni dalla sua rinascita, cambia proprietà e volto. Il faticoso passaggio di consegne avviene ufficialmente in estate e, dopo mille illazioni e indiscrezioni, il 13 luglio si arriva alla presentazione del nuovo percorso. A Monza approdano dirigenti nuovi, tecnici nuovi, giocatori quasi tutti nuovi: insomma si volta pagina. A parole il progetto è lungimirante, di fatto non si comprende bene la natura della scelta: perché, ci chiediamo un po’ tutti, Salaroli, Rossi, Zangari sono sbarcati al nostro approdo? Monzello, il settore giovanile, tante belle attrattive: ma sarà tutto qui? E la posizione di Clarence Seedorf? Domande ancora di attualità. Intanto in società arrivano diverse facce note: per la prima squadra è ingaggiato Roberto Cevoli ma in biancorosso arrivano anche Bergomi, Muraro e Ferrante.
La squadra
Tutto da rifare. Così la squadra viene “reinventata” entro fine luglio e poi migliorata (?) in agosto, con l’invenzione pure di uno stage da cui vengono selezionati due giocatori. Del gruppo precedente rimangono solo Iacopino, Rossi Chauvenet, Chianese, Samb, Mosca, Kyeremateng e Alberti (!?): in pratica la preparazione, gioco forza, è ritardata e, lo sappiamo da subito, occorrerà avere pazienza. I problemi di amalgama saranno insomma inevitabili.
La stagione
I risultati confermano le perplessità: alti e bassi si alternano già a cominciare dalla Coppa Italia, con il turno superato come seconda classificata. Il campionato inizia male: Como e Arezzo battono un Monza Brianza acerbo, poi arriva il pari interno con il Benevento, prima beffa in una partita che si sarebbe potuta vincere. L’avvio è irto di problemi, poi ecco la risalita che culmina con il tre a zero inflitto alla Cremonese alla fine di ottobre. Qualcuno, a quel punto, culla sogni di gloria, ingiustificati dallo spessore tecnico dell’organico e dal senno di poi. Il Monza infatti imbocca un tunnel in pericolosa china discendente, emorragia bloccata sul finire del girone d’andata.
Un primo bilancio
Tutto secondo i piani. Venti punti al giro di boa, una quota che garantirebbe una mediocre salvezza, nient’altro. A giudicare da quanto espresso sul campo, il Monza Brianza avrebbe magari meritato qualche cosa in più (mica tanto però). L’annata tranquilla prospettata la scorsa estate sta prendendo corpo anche se,a conti fatti, la zona playout è ancora troppo vicina. Il tempo dovrebbe garantire un progresso, specialmente se i (tanti) giovanotti proposti in prima squadra da Cevoli proseguiranno nel loro eccellente percorso di crescita.
Saverio Gennaro