Il caso Imco arriva fino in IrlandaBalzarini ha ancora il marchio

Per il comparto cornatese della Imco Free Net, della Wtc e delle aziende del gruppo Balzarini sono ore cruciali. Il destino dei lavoratori di via Guido Rossa è tutto appeso all'attesa dei documenti che dimostrino l'ufficialità dell'accordo, finora solo ventilato, per l'acquisizione del marchio.
Il caso Imco arriva fino in IrlandaBalzarini ha ancora il marchio

Cornate d’Adda – Per il comparto cornatese della Imco Free Net, della Wtc e delle aziende del gruppo Balzarini sono ore cruciali. Il destino dei lavoratori di via Guido Rossa è tutto appeso all’attesa dei documenti che dimostrino l’ufficialità dell’accordo, finora solo ventilato, per l’acquisizione del marchio. L’amministratore incaricato dal tribunale di Roma di seguire la vicenda delle società della famiglia Balzarini – finita al centro delle indagini della Guardia di Finanza per un giro milionario di evasione fiscale – ha fissato a ieri sera la scadenza dell’ultimatum già lanciato in settimana: se prima di questa mattina non fosse arrivato nulla a dimostrare inconfutabilmente la cessione del marchio nessun altro orizzonte avrebbe potuto aprirsi, tranne quello del fallimento.

Occorre fare un passo indietro e tornare sull’orlo di questa prospettiva. All’inizio della settimana – quando tra l’altro i lavoratori hanno organizzato un veloce presidio davanti alla casa dei Balzarini – Antonio Castagnoli di Fiom Cgil spiegava così l’ultimo scenario: «C’è la necessità che l’imprenditore che dovrebbe subentrare dimostri di essere in possesso del marchio che pare essere depositato in Irlanda e dietro cui sembrerebe esserci ancora il vecchio titolare, Antonio Balzarini».

Condizione essenziale per far proseguire la trattativa sindacale. «Fino a questo momento – ha proseguito martedì Castagnoli – sembrerebbe venduto a un imprenditore di Mantova. Bisogna discutere dei numeri da salvare, finora ne abbiamo ottenuti trenta alcuni full time, altri part time, ma il problema è che non si può proseguire senza vedere il contratto». Una prima scadenza era stata fissata dall’amministratore a giovedì. «Senza, è tutta aria fritta – osservava Antonio Castagnoli – l’obiettivo tra l’altro è restare a Cornate, ma bisogna fissare paletti rigidi. Bisogna cercare di salvare il salvabile, sia azienda che lavoratori».

La questione si è complicata nel momento in cui all’amministratore non è arrivata altro, ha aggiunto ieri mattina Castagnoli, che una e-mail con il contratto ma senza le firme, dunque senza quell’ufficialità invocata. «C’è tempo fino a questa sera – ha detto il sindacalista venerdì, poco prima che il giornale andasse in stampa – e se entro sera non sarà cambiato nulla, da domani mattina (oggi per chi legge, nda) il destino della Imco Free Net è ormai segnato. Ed è quello del fallimento». I guai del gruppo sono cominciati a maggio, con gli arresti nella famiglia Balzarini. Da settimane la Wtc – l’azienda che si occupa delle riparazioni – è occupata dagli operai, che si sono radunati in assemblea permanente.
Letizia Rossi