Grillo, Monti, Merkel e Gianninonel mirino di Berlusconi a Monza

Silvio Berlusconi, il leader del Pdl, è giunto con 40 minuti di ritardo nella sede di Confindustria Monza e Brianza: «Arrivo dal San Raffaele dove mi hanno curato per una congiuntivite emorragica. Ghe vedi no...». E su Grillo: «L'80% lo segue nelle piazze per divertirsi e curiosità»
Grillo, Monti, Merkel e Gianninonel mirino di Berlusconi a Monza

Monza – Quaranta minuti quaranta di ritardo. E quando arriva strappa il sorriso e un timido applauso: «Non riconosco più i monzesi, siete qui a perdere tempo…». Per poi aggiungere le ragioni dell’attesa: «Arrivo dal San Raffaele dove mi hanno trovato una congiuntivite emorragica. Ghe vedi no…». Sembra in gran forma e strappa un altro sorriso ai presenti quando il presidente di Confindustria, Renato Cerioli, ricorda ai presenti di «avere avuto la fortuna di conoscerlo anche in contesti non istituzionali». Un assist troppo invitante per farlo cadere nel vuoto. E infatti ecco la schiacciata puntuale: «Alle cene del bunga-bunga c’era anche lui…»
Silvio Berlusconi ha riempito la sede di Confindustria Monza e Brianza ma forse qualcuno dei presenti avrebbe preferito qualche risposta più dettagliata rispetto alle domande che alcuni imprenditori gli hanno rivolto direttamente. Dalla pressione fiscale lamentata da Alberto Dossi, dal fiato corto in cui è ridotto il manifatturiero come osservato da Andrea Dell’Orto, alla necessità di un indirizzo energetico come sollecitato da Giovanni Barzaghi, al ruolo dell’apprendistato di Walter Mariani. E poi quel dubbio espresso da Carlo Edoardo Valli  – dopo averlo ringraziato per Balotelli ma punzecchiato sull’allenatore Allegri: «el va minga ben quel lì, el ga semper i man in sacocia…» – e a proposito dell’Imu: «Quanto è realmente convinto che togliendo le tasse alle famiglie come l’Imu, sia possibile riattivare il futuro? Non pensa inevece che un intervento sano  sugli investimenti infrastrutturali possa essere utuili per rimettere in circolo l’economia?». Ecco, a tutto questo Berlusconi ha risposto dalle 12,01 alle 13,31 nel corso di un one man show mai interrotto da applausi se non quello finale, e da qualche sorriso. Un’ora e mezza per dire ogni bene della sua azione di governo ostacolata solo da chi aveva interessi di parte – Casini e Fini su tutti – e per bombardare l’apparato statale che «deve necessariamente essere riformato»; un apparato che ha «distrutto molti, ma non ce l’ha fatta con me. Perché sono un guerriero». Dai bonus bebè al sistema Equitalia da rifondare «con gesti di riappacificazione dello Stato con i cittadini». L’Imu da restituire, la riduzione della pressione fiscale e dei dipendenti pubblici. Irpef e Irap («imposta rapina, con me al governo in tre annie mezzo si elimina»), Sanità, la Giustizia da riformare. E quel «mezzo colpo di Stato che gli ha imposto un passo indietro per senso di responsabilità». na valanga di numeri e dati e due certezze. La prima: «Non disperdete il voto. Se votate a sinistra, votate il partito più importante a sinistra. Così come per il centrodestra». La seconda: «L’unico modo per crescere è dimunuire le tasse e aumentare i consumi, che significa aumentare la produzione». Attorno a questi capisaldi, una serie di giudizi. Sulla Lega: «Noi siamo generosi. Abbiamo dato alla Lega la possibilità della Lombardia, però possiamo sempre fare cadere le loro giunte in caso di difficoltà al governo». Su Beppe Grillo: «Fantastico personaggio come protagonista di spettacoli in piazza. Abbiamo fatto un sondaggio: l’80% ci va per divertirsi o per pura curiosità. Non ci sono i soldi per dare mille euro a tutti. Con lui si rischia la balcanizzazione del parlamento perché nelle liste ha per l’80% dei casi persone dell’estrema sinistra o no tav. Con la distruzione non si va da nessuna parte». Su Oscar Giannino: «Il proscenio gli ha dato alla testa o ora dice che il suo obiettivo è quello di fare perdere il centrodestra in Lombardia». Su Mario Monti: «Dopo la sua cura sono molti gli italiani rimasti indietro». E su Angela Merkel: «Donna intelligente, ma costruita come burocrate nella Germania dell’est a economia centralizzata. Non può pensare che ogni stato debba avere un  bilancio con un deficit massimo dello 0,50%».