Interesse e curiosità mista a critiche e preoccupazioni. Ecco cosa ha scatenato l’uscita dei Google Glass, il cui lancio sul mercato è previsto dal 2014 alla non certo modica somma di 1.500 dollari. Al cambio 1.150 euro, che nella realtà probabilmente diventeranno 1.500 euro.

Tramite comandi vocali si potranno scattare fotografie o girare video che potranno essere salvati in locale o anche direttamente caricati su Google+ Foto, e in futuro su social network come Facebook e Twitter.

Attraverso la connessione a internet gli occhiali permetteranno poi la visione della cosiddetta realtà aumentata: un proiettore invierà alla retina una serie interessante di informazioni, per esempio sul meteo, sui negozi della via che stiamo percorrendo, sui momunenti (immaginiamo di essere all’estero e di venire guidati passo passo). Potremo chattare, visionare mappe, ascoltare musica, effettuare ricerche, contattare amici e conoscenti in una sorta di videoconferenza.

Proprio la possibilità di girare video senza praticamente essere notati, immediatamente condivisibili online ha creato preoccupazioni: cosa succederebbe se qualcuno usasse i Google Glass in uno spogliatoio, volutamente o inavvertitamente. E se li dimenticasse accesi mentre preleva al Bancomat.

Poi c’è la funzione (anche se Google si è affrettata a puntualizzare che non verrà introdotta senza tutele adeguate per la privacy) del riconoscimento facciale attraverso i tratti del viso.

Fantascienza? No, ormai è realtà: una realtà che lascia aperte tante strade. Basteranno nuove app per avere, per esempio, la possibilità di ricevere notizie flash in tempo assolutamente reale.

Chi ha provato gli occhiali in anteprima parla di un prodotto interessante, anche se ancora un po’ acerbo, con bug e difetti di interfaccia che sono in corso di soluzione. Certo i Google Glass faranno molto discutere.

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