Giussano, Belnome e Tedescoa giudizio per l’omicidio Novella

Richiesta di rinvio a giudizio per un omicidio di 'ndrangheta per due giussanesi. Si tratta di Antonino Belnome e Giuseppe Amedeo Tedesco, ritenuti responsabili della barbara esecuzione di Carmelo Novella, ucciso il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona perché voleva la scissione dalle cosche calabresi.
Processo Infinito, governo chiede20 milioni di danni all’ndrangheta

Giussano – Due giussanesi a giudizio per un omicidio di ‘ndrangheta. Si tratta di Antonino Belnome e Giuseppe Amedeo Tedesco, ritenuti rispettivamente l’esecutore materiale e il basista della barbara esecuzione di Carmelo Novella, ucciso il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona perché, come capo della cosiddetta «Provincia» lombarda, l’organismo che riuniva tutte le ‘ndrine della Lombardia, voleva la scissione dalle cosche calabresi. La richiesta è stata avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. Insieme a Belnome e a Tedesco, richiesta di rinvio a giudizio anche per Vincenzo Gallace, dell’omonima cosca di Guardavalle (Catanzaro), ritenuto uno dei mandanti dell’omicidio. I tre erano stati arrestati il 13 luglio dello scorso anno nell’ambito della maxi operazione «Infinito»: l’udienza preliminare è fissata per il 20 giugno davanti al giudice per le indagini preliminari. Sono accusati di omicidio premeditato con l’aggravante mafiosa. Belnome, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia, ha raccontato ai magistrati di altri tre omicidi commessi nell’ambito delle guerre interne alla ‘ndrangheta per il predominio sul territorio o come ritorsione per fatti di sangue. In primis quello di Rocco Cristello, avvenuto il 27 marzo 2008 a Verano Brianza (ma il Riesame ha di fatto cassato questa ricostruzione, ritenendo che le dichiarazioni del pentito non siano supportate da sufficienti riscontri investigativi). Quindi quello di Antonio Tedesco, residente a Paderno Dugnano, ucciso il 27 aprile 2009 a Bregano, il cui corpo è stato trovato mummificato nella calce un maneggio (è stato riconosciuto da una catena d’oro e si attende ancora la prova del Dna). E quello del veranese (ma trapiantato a Varedo) Rocco Stagno, avvenuto il 29 marzo 2010 in un cascinale a Bernate Ticino, il cui cadavere invece non è mai stato trovato.
Antonella Crippa