«Geki» Russo, pilota fino in fondoColombo: era forte come Senna

Geki Russo era nato il 23 ottobre. Il 18 giugno 1967 l'incidente mortale sul tracciato cittadino di Caserta. Il pilota - cesanese d'adozione - aveva partecipato due volte al Gran Premio d'Italia di Formula Uno a Monza. Dopo il ritiro del 1965, Russo chiuse la gara nel 1966 al nono posto, al volante di una vecchia Lotus 33
«Geki» Russo, pilota fino in fondoColombo: era forte come Senna

Cesano Maderno – In pochi lo conoscono, ancora meno quelli che lo ricordano, del resto è stato una meteora. L’automobilismo una volta era molto meno seguito e “coperto” dai media, figurarsi in Formula 3. Questi piloti erano degli eroi silenziosi, persone che potevano essere il tuo vicino di casa.
Giacomo «Geki»Russo è nato a Milano nel 1937. La sua storia è legata a Cesano Maderno perchè è qui che è cresciuto. Il ragazzo viene su all’ombra dell’autodromo di Monza, prima di trasferirsi definitivamente a Milano, dove con il padre gestiva un ristorante. Quando decise di intraprendere la carriera di pilota s’iscrisse ad una corsa di nascosto dai genitori sotto lo pseudonimo Geki, che non abbandonerà più.

L’anonimato però durò poco, troppo veloce in pista per passare inosservato. Geki Russo era un fuoriclasse. I paragoni si sprecano ed un pilota esperto (che tanti ne ha tenuti dietro e li ha visti correre da avversari: Patrese, Lauda, Regazzoni…) come il campione varedese Alberto Colombo lo affianca al grande Ayrton Senna: <Erano fatti della stessa stoffa. Geki è stato probabilmente uno dei piloti più vecoli che abbiam mai visto – racconta Colombo – Era uno tosto, completo. Vinse in Formula Junior, in Formula 3, quando si qualificò a Monza con la Formula 1 non so dove avesse trovato quella Lotus, una un “bidone”, ed in efetti si ruppa in gara. Colpì comunque tutti: l’ultimo arrivato che riusciva a qualficarsi su quell’auto. Incredibile>.

Erano tempi in cui si correva per “guadagnarsi da correre”. I premi erano consistenti. Tutti si schieravano in griglia di partenza con il coltello tra i denti. Pericolo ed incidenti mortali erano all’ordine del giorno. Il 18 giugno 1967 la Formula3 arriva a Caserta. Il viale dove avverrà la tragedia è limitato dal muro della ferrovia a sinistra e da una sottostazione dell’Enel a destra.

L’angolo di una casa spunta in pista restringendo la carreggiata a 6 metri e a margine dei campi ci sono pali della luce. Moser precede Geki, Corti, Regazzoni e Mohr. Contatto nelle retrovie tra le Brabham di Saltari e Fehr. Sopraggiunge Foresti, che per evitare le vetture frena, s’intraversa e colpisce il muro della ferrovia per poi rimbalzare in pista. E’ il settimo giro.

Il gruppo di testa sopraggiunge ignaro a 200 km/h. Il commissario che dovrebbe esser lì a segnalare non c’è. Brambilla, Maglione, Geki, Manfredini e Regazzoni passano, Dubler no, termina illeso la corsa nel prato. Resta sulla carreggiata la vettura di Foresti e molto olio, questo convince Fehr ad improvvisarsi segnalatore del pericolo. E’ il nono giro. Brambilla e Maglione passano, Manfredini, Regazzoni e Geki no. Fehr viene investito. Geki finisce contro il muro della sottostazione dell’Enel. Pare che Geki non fosse superstizioso, però teneva sempre un piccolo pezzo di spago legato ad una razza del volante. Se lo aveva quel giorno, a Caserta, non gli servì.

Il 23 ottobre (lo stesso giorno in cui si commemora il povero Marco Simoncelli) Geki Russo avrebbe compiuto 75 anni.
Gionata Pensieri