Monza – Non sarebbe stata sciolta nell’acido. Novità. per l’omicidio di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia calabrese uccisa nel 2009 dall’ex compagno Carlo Cosco e da altre cinque persone, tutti condannati all’ergastolo. Secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, il cadavedere della donna, carbonizzato, sarebbe stato trovato sepolto in un campo in Brianza. Finora gli inquirenti avevano creduto che il corpo della donna fosse stato sciolto nell’acido in un terreno di San Fruttuoso.
Le indagini sarebbero proseguite anche dopo la sentenza di condanna, fino alla nuova scoperta. Oggi la figlia di Lea, Denise, 21 anni, potrà forse piangere sulla tomba della madre, “condannata” per aver raccontato ai magistrati dei traffici di droga dei clan calabresi – e del suo compagno, Carlo Cosco – a Quarto Oggiaro e di un omicidio. Lo Stato la protegge ma nel 2009 il compagno scopre che vive a Campobasso con la figlia. Riesce a salvarsi da un tentativo di omicidio commissionato da Cosco, che allora la convince a raggiungerlo a Milano per parlare del futuro della loro Denise.
Con l’aiuto di due fratelli la fa salire su un furgone, la porta a Monza e la tortura. Vuole sapere cosa ha detto ai magistrati. Quindi la uccide con un colpo di pistola. Poi va con la figlia Denise dai carabinieri a denunciarne la scomparsa. Denise torna in Calabria ma si sente braccata. Decide quindi di fuggire al Nord dove viene messa sotto protezione. Al processo imputati e testimoni dicono che Lea è stata sciolta nell’acido in via Marelli, a Monza. Forse no. In un campo, sempre in Brianza (al momento non si sa precisamente dove) sono state trovate delle ossa e alcuni oggetti che saranno sottoposti all’esame del dna.