La nuova Ferrari è una evoluzione della vettura 2019, la SF90. Come ha detto il team principal Mattia Binotto, pur sembrando abbastanza simile alla monoposto dell’anno passato la SF1000 è molto diversa per quello che riguarda le soluzioni adottate. Una evoluzione molto pronunciata fatta per cercare di vincere il Mondiale prima del cambio di regolamenti che avverrà nel 2021.
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Cominciamo dal motore. La power unit Ferrari, oltre alla ristrutturazione delle teste dovuta alla necessità di avere un pacchetto funzionale per l’aerodinamica, è stata dotata di un sistema di lubrificazione migliorato che consente di ridurre in maniera cospicua il consumo dell’olio.
Cambia la sospensione anteriore con una soluzione idraulica di scuola Mercedes che, però, i progettisti della squadra tedesca hanno abbandonato l’anno scorso dopo aver utilizzata per due corse nella seconda parte di stagione. Con questa soluzione, come ha spiegato Binotto, gli ingegneri Ferrari ritengono di avere una macchina con avantreno più stabile in ingresso di curva anche a scapito di una leggera diminuzione di velocità massima. Se ne avvantaggerà soprattutto Vettel che ha confermato come la vettura del 2019 soffrisse di instabilità dell’avantreno.
Il passo della SF1000 è rimasto lo stesso della SF90, ma le fiancate e i deviatori di flusso sono gli elementi che balzano con maggiore evidenza agli occhi. La sezione delle fiancate è stata ridotta fortemente, subito dietro i radiatori con una conformazione del profilo laterale che risulta molto inclinata, assomigliando a quella della Red Bull. Le fiancate si restringono ancora verso il retrotreno e riducono le aperture per lo smaltimento dell’aria. I deflettori sono caratterizzati da profili ondulati nella parte superiore mentre in quella inferiore i tecnici Ferrari hanno optato per una soluzione a boscaglia per avere vortici verticali come sulla Haas dell’anno scorso. Il muso non è cambiato anche se la sua sezione è ridotta rispetto alla SF90 e rimane anche l’ala introdotta a Singapore l’anno scorso.