Febbraio 2010: Omicidio a DesioAccusati i due figli di 16 e 18 anni

Desio, delitto Cosimo Agostinoperizia psichiatrica per un figlio

Desio – Ucciso dai due figli di 16 e 18 anni. Un omicidio d’impeto al culmine di una furiosa lite della quale ancora non si conoscono le ragioni. Il fermo dei due ragazzi, chiesto dal pm di Monza Emma Gambardella, che coordina le indagini dei carabinieri di Desio, guidati dal capitano Cataldo Pantaleo, deve ancora essere convalidato dal Gip, ma i figli di Cosimo Salvatore Agostino sono già nel carcere di Monza e all’istituto Beccaria.

Un epilogo choccante per l’omicidio avvenuto mercoledì in un appartamento di via Partigiani d’Italia al quale oggi, nel pomeriggio, i carabinieri hanno posto i sigilli. Già ieri tra gli investigatori aveva sempre più preso corpo la pista famigliare, ma nessuno si sarebbe immaginato questo tragico finale. Il condizionale è ancora d’obbligo. Come tanti altri aspetti, a partire dall’arma utilizzata per l’omicidio, una calibro 9, non ancora trovata, dalla quale sarebbero stati sparati tre colpi che hanno raggiunto l’operaio alla gola, al petto e a un fianco.

Non si sa neppure se a sparare siano stati entrambi. I due ragazzi non hanno detto nulla. Non hanno risposto alle domande degli investigatori. Tutto sarebbe successo in pochi minuti, intorno alle 19 di mercoledì. I carabinieri, accorsi sul luogo della tragedia, hanno notato immediatamente alcuni particolari che suggerivano la pista famigliare e facevano escludere, invece, l’ipotesi di un regolamento di conti o di un delitto scaturito nell’ambito della malavita.

La vittima conosceva sicuramente il suo assassino. La porta di casa era chiusa, ma non a chiave. Non c’erano segni di effrazione, né alla porta né alle finestre dell’appartamento al terzo piano del civico 3 A di via Partigiani. A trovare il corpo e dare l’allarme era stata la moglie. Subito accorsa la sorella, che abita nel palazzo di fronte. Cosimo Agostino era riverso sulla pancia, a nulla sono serviti gli interventi del personale sanitario: era già deceduto.

Sul posto sono arrivati i carabinieri e il sindaco di Desio, Giampiero Mariani. Solo successivamente i genitori dell’operaio, che vivono nella stessa via. Il 44enne si era trasferito in Brianza con la famiglia proveniente da Riace, in Calabria. Era stato proprietario di un negozio di abbigliamento e tessuti di lusso a Bovisio Masciago. Per molti mesi era rimasto disoccupato e da qualche tempo aveva ripreso a lavorare come operaio di una ditta di Nova Milanese.

Da Riace si era trasferito definitivamente in Brianza da circa sei anni: nel piccolo paese della costa jonica calabrese aveva gestito un bar in contrada Pipedo, a Riace Marina, ora in gestione a terzi. La famiglia Agostino era già stata funestata da un grave lutto, quando, il 25 agosto del 1998, il fratello maggiore di Cosimo, Vincenzo, all’epoca trentunenne, venne ucciso a colpi di lupara in quello che gli abitanti del posto non esitano a definire agguato, mentre in auto stava raggiungendo la località Iannino, alla periferia di Riace Marina.

Anche Vincenzo era commerciante: si era trasferito al Nord da alcuni anni e gestiva un negozio di elettrodomestici nell’hinterland di Milano. Nel 2000 la vittima subì un pesante avvertimento: fu gambizzato nel cortile della sua abitazione ai confini tra Bovisio Masciago e Cesano Maderno. Nell’appartamento i militari trovarono un chilo di cocaina, un bilancino di precisione e materiale da taglio. Nel garage, materiale elettronico di provenienza illecita per 200 milioni di lire. Fu arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti e ricettazione.

(23 febbraio 2010)