Gerno di Lesmo – Un mese fa la notizia era arrivata non proprio come un fulmine a ciel sereno: la Yamaha ha in serbo altri tagli al personale nello stabilimento di Gerno di Lesmo. Ora, a distanza di qualche settimana, c’è anche l’entità di questa vera e propria sforbiciata occupazionale: nei prossimi quattro, massimo sei mesi, la casa dei tre diapason lascerà a casa sessanta persone (oggi gli occupati sono 126). Ovvero, metà della forza lavoro che oggi occupa la divisione Italia del colosso delle due ruote. Nella grande fabbrica di via Tinelli, quindi, si preannuncia una primavera davvero calda.
La crisi del mercato europeo sta colpendo duro, e anche in queste prime settimane del nuovo anno, i dati che arrivano dalla rete di vendita dei concessionari europei sta facendo suonare più di un campanello d’allarme dalle parti di Iwata. Quindi, via subito ai tagli. Ufficialmente, Yamaha non ha ancora avviato alcun tavolo di trattativa con le sigle sindacali per discutere degli esuberi nella factory di Gerno di Lesmo, dove la produzione è ormai chiusa da anni e rimangono solo alcuni uffici e divisioni che saranno assorbite in un’altra compagnia, Yamaha Europe. C’è grande attesa, in questi giorni, per una riunione operativa che si deve tenere in Olanda, sede di Yamaha Europe, e che decidirà, molto probabilmente che tipo di riorganizzazione si dovrà dare la multinazionale delle due ruote nel vecchio continente.
Alla fine di questo incontro, si sapranno quindi che entità avranno, su scala continentale, i tagli al personale. Per lo stabilimento brianzolo i conti sono già stati fatti: sessanta impegati non servono più. Dovranno essere ricollocati oppure subiranno un diverso destino. I sindacati non hanno avuto ancora alcuna comunicazione ufficiale, anche se qualche avvisaglia della tempesta che si sta addensando sui cieli di Lesmo l’hanno anche avuta. «Non sappiamo nulla, non possiamo svegliare il cane che dorme, anche se sappiamo che prima o poi si dovrà svegliare» dicono alcuni rappresentanti dei lavoratori.
Da Gerno, intanto, arriva la prima reazione ufficiale alle notizie delle ultime settimane. Reazione che non smentisce, comunque, il taglio del personale: «Come di consueto, lo scorso 18 dicembre, Yamaha Motor Company ha rilasciato il suo piano triennale. Si tratta d un documento pubblico, che benché abbia come primo obiettivo gli azionisti, è ovviamente stato ripreso dalla stampa. Nel piano è menzionata un’Operational structure in Europe: Change into “Euro One Company”. Il Piano cita anche una riforma strutturale, che nell’ambito di una riorganizzazione della business unit moto, prevede una sola struttura operativa in Europa. La frase si presta ad una interpretazione molto più drastica delle realtà. La ristrutturazione europea menzionata nel Medium term management plan 2013-2015 è relativa ad una riorganizzazione interna, che non avrà alcun impatto sulla presenza nei diversi paesi, Italia compresa, per quanto riguarda il supporto e la relazione con i nostri clienti e con la rete dei concessionari».
Davide Perego