Desio – Kernel festival, un battito elettronico, come il kernel è il cuore di un sistema operativo: un festival di tre giorni per ospitare e incrociare le forme d’arte contemporanee lungo le traiettorie dell’architettura effimera, della musica elettronica, del mapping audiovisuale e dell’arte digitale e interattiva. Lo ha pensato e realizzato l’associazione culturale monzese Areaodeon, che dal 2005 investe la Brianza di ricerca artistica e prende casa, per il weekend, a Villa Tittoni di Desio. «Una piattaforma di contatto tra artisti, operatori del settore e pubblico chiamati tutti a occuparsi di forme d’arte contemporanee: forma che sono sempre più necessariamente intersecate tra loro», spiega Marcello Arosio, di Areaodeon, e che sempre più percorrono le strade di media, spazi e tempi nuovi.
E allora performance, mostre, installazioni, conferenze e laboratori che non servono solo per rappresentare i risultati della ricerca contemporanea nei quattro angoli del pianeta, ma anche a mettere in contatto tra loro artisti già affermati sulla scena internazionale – Troy Pierce, Dj Spooky, Telenoika, Alex Posada tra gli altri – con una serie di autori emergenti selezionati attraverso un bando e un board a sua volta internazionale. «La selezione porta a Desio 44 artisti o gruppi, per un totale di 80 persone, provenienti da tutto il mondo, New York come la Francia, la Spagna, Hong Kong e ovviamente l’Italia. E tutti, anche i nomi importanti, hanno colto il senso della nostra proposta: mettersi a disposizione degli artisti, degli emergenti, e condividere con loro la propria esperienza».
E poi? E poi di nuovo, perché «non avrebbe senso avere fatto tutto questo lavoro per immaginare che l’esperienza possa concludersi qui» aggiunge Arosio. «Ci sarà una seconda edizione, è un lavoro destinato a proseguire e mi sembra che la nuova amministrazione comunale di Desio abbia compreso le potenzialità di questo progetto». Intanto il primo capitolo, il festival iniziato ieri che continua oggi e domani e avrà tra i tanti momenti di un programma molto articolato l’architettura effimera (temporanea e sovrascritta all’esistente) progettata da Michiko Yamada, Edi Sluga e Gianluca Milesi per i giardini e le perfomance di mapping audio e visuale: la trasformazione della facciata di Villa Tittoni con l’elettronica e il suono, che modificano, cambiano, nascondono o mettono in evidenza gli elementi architettonici esistenti rivelando un volto nuovo, o semplicemente immaginario, dell’edificio. «Pochi istanti per un cortocircuito – conclude Marcello Arosio – tra il mondo neoclassico e quello contemporaneo».
Massimiliano Rossin