Disastro Lombarda Petroli,diciassette parti civili ammesse

Dal Ministero dell'Ambiente, fino al Comune di Monticelli d'Ongina (Piacenza), 5000 abitanti sulle rive del Po. Sono 17, tra associazioni ed enti pubblici, le parti civili ammesse nel processo contro i presunti responsabili dell'eco disastro della Lombarda Petroli del 23 febbraio 2010.
Disastro Lombarda Petroli,diciassette parti civili ammesse

Villasanta – Dal Ministero dell’Ambiente, fino al comune di Monticelli D’Ongina (Piacenza), 5000 abitanti sulle rive del Po. Sono 17, tra associazioni ed enti pubblici, le parti civili ammesse giovedì dal gup di Monza Giovanni Gerosa nel processo contro i presunti responsabili dell’eco disastro della Lombarda Petroli del 23 febbraio 2010, quando tonnellate di caruburanti si rovesciarono nel Lambro fino a raggiungere il Po. Tra queste, c’è anche il Comune di Villasanta, che chiede il risarcimento per danno ambientale, la rifusione delle spese sostenute per l’impiego di personale il giorno del disastro, e il ristoro per il danno di immagine procurato alla città di Villasanta. Due, invece, le richieste di patteggiamento per reati fiscali, avanzate dai legali di due ex dipendenti del deposito di carburanti: si tratta di Alfredo Pilotti e Maurizio Viganò. Per loro, dunque, probabile condanna ad un anno e otto ed un anno e due mesi.
Sei in tutto gli imputati per il disastro ecologico di due anni e mezzo fa, quando “almeno 1600 tonnellate di gasolio, e almeno 812 tonnellate di olio combustibile”, come si legge nel capo di imputazione, finirono rovesciate nel fiume dopo il sabotaggio delle cisterne della Lombarda Petroli, ex raffineria, all’epoca del fatto deposito di carburanti. Ben altra cosa rispetto all’episodio di domenica. Certo però che il fiume brianzolo non conosce pace. Oltre ai due ex dipendenti sotto accusa per reati fiscali, gli altri quattro imputati sono Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, 55 e 50 anni, in qualità di amministratori della Lombarda Petroli spa, Vincenzo Castagnoli, 55, coinvolto in qualità di “direttore di fatto dello stabilimento”, e il custode Giorgio Crespi, 38, ai quali viene riservata l’accusa principale, ossia quella di disastro doloso, perchè avrebbero favorito la fuoriuscita dei veleni.
Il movente andrebbe cercato nell’intenzione di nascondere al Fisco gli ammanchi di carburante, le cui uscite dal deposito non venivano registrate nella contabilità ufficiale, evadendo così il pagamento delle accise. A questo scopo, per i pm, la prassi era che i serbatoi venissero “riempiti d’acqua in occasione dei controlli dei funzionari dell’agenzia delle dogane”, per “simulare la giacenza di prodotti in realtà già usciti dal deposito”. Le grane per gli ex amministratori sono anche sul piano civile, visto che giovedì si è aperta anche la causa civile promossa dalla Nord Eco Petroli di Piacenza (davanti al giudice Francesca Saioni). La società che chiede un milione di euro di danni per la perdita di carburante di sua proprietà stoccato nelle cisterne della Lombarda.

F. Ber.