Seveso – Nell’ambito della riorganizzazione voluta dall’amministratore delegato Alessandro Profumo, il brianzolo Gabriele Piccini è stato nominato “Country Chairman” per l’Italia di UniCredit. Piccini ha avuto in questi anni un ruolo determinante nel processo di integrazione tra le varie banche che sono confluite nel Gruppo UniCredit: prima le sette banche federate (Credito Italiano, Cassa di Risparmio di Torino, Cariverona, Cassamarca, Cassa di Risparmio di Trieste, Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, ROLO Banca) che vennero riorganizzate in tre banche di segmento (retail, grandi imprese e grandi patrimoni), in seguito l’incorporazione di Banca dell’Umbria e Cassa di Risparmio di Carpi e, nel 2008, Bipop CARIRE, Banca di Roma, Banco di Sicilia. Con il nuovo incarico, Piccini si occuperà di coordinare le attività della nuova UniCredit in Italia, in cui saranno fuse sette banche specializzate controllate dal Gruppo.
Signor Piccini, cosa implica questo cambiamento organizzativo?
Questa svolta “country”, che segna il passaggio da un sistema accentrato ad un decentramento controllato, ci dà una forza dirompente sul territorio. La catena manageriale sarà semplificata con la costituzione di 112 direzioni commerciali, corrispondenti grosso modo alle province, che avranno tutte le leve organizzative e di gestione delle risorse per operare come banche locali. La direzione commerciale della Brianza, per fare un esempio, rispetto alla concorrenza potrà contare non solo sui nostri prodotti innovativi, ma anche sulle deleghe sia in termini di credito che di prezzi che affideremo a manager brianzoli, che quindi conoscono il territorio e hanno la piena “sensibilità” su di esso. Le imprese brianzole potranno contare anche sui nostri centri esteri decentrati in numerosi Paesi Europei che caratterizzano un gruppo come il nostro a fortissima vocazione internazionale. Questo significa una banca del territorio con alle spalle la forza e l’organizzazione di un grande gruppo bancario presente in 22 Paesi. La Brianza è una terra tradizionalmente orientata all’esportazione e noi siamo i paladini dell’internazionalizzazione delle imprese. L’export è, con il turismo, la via maestra per uscire dalla crisi, e noi sosterremo le aziende non solo con il credito, ma anche mettendole in grado di trovare nuovi sbocchi, in Italia e all’estero.
Ma in Brianza abbondano le aziende artigianali e le piccole imprese. Come pensa di supportarle?
Lo so, sono nato qui. In Brianza ci sono numerose punte d’eccellenza, c’è il principale distretto del mobile italiano, e anche un tessuto di piccole e medie imprese a forte connotazione internazionale. Lo ripeto, per uscire dalla crisi anche le piccole aziende possono e devono cercare sbocchi all’estero. La nostra rete di relazioni internazionali è in grado di metterle in contatto praticamente con le imprese di tutto il mondo per portare ovunque i loro prodotti, fornendo loro anche consulenza in materia fiscale e dando loro una mano con la lingua straniera. Crediamo molto nel territorio brianzolo. Per questo dal gennaio 2006 abbiamo aperto in questa provincia ben 22 sportelli, con personale che conosce il territorio, supporti tecnici di prim’ordine e un’offerta qualificata di prodotti.
Qual è il suo legame con Seveso?
Il primo legame è quello con mia mamma, alla quale chiedo scusa perché non vengo spesso a trovarla. Poi c’è il ricordo del mio grande papà, che purtroppo non c’è più, i miei fratelli, gli amici di gioventù e la squadra di Baseball, in cui ho giocato per tanti anni.
Francesco Botta