Desio: cava via Molinara, perizieUna Bmw sotto sei metri di veleni

Desio: cava via Molinara, perizieUna Bmw sotto sei metri di veleni

Desio – Sulla scrivania del sindaco Giampiero Mariani sono arrivate due importanti relazioni. Sono quelle di Giuseppe Farina, ingegnere consulente incaricato dal comune per effettuare una perizia sulla cava di via Molinara, al centro del traffico di rifiuti illeciti gestito dalla ‘ndrangheta. Nei due documenti, uno datato un paio di settimane fa, l’altro invece inviato giovedì, il tecnico fa le sue prime considerazioni.

Innanzitutto, conferma quanto ipotizzato all’inizio del suo lavoro, due mesi fa. La bonifica totale dell’area costerebbe almeno due milioni di euro, potrebbe arrivare anche a tre milioni. Le cifre sono contenute nella prima relazione, che ha tenuto conto anche delle analisi di un geologo incaricato dalla Procura di Monza, titolare dell’inchiesta: almeno 110  mila i metri cubi di scavo abusivo, per una profondità di circa 6 metri.  In alcuni punti però ci sono buche che raggiungono gli 11 metri. 

Cosa c’è sotto terra? Eternit e idrocarburi. E, forse, cromo esavalente. Rifiuti inquinanti e pericolosi. A cui si aggiunge una buona quantità di materiale inerte, macerie e scarti edilizi. A 6 metri di profondità è stata trovata anche una Bmw. Ci sono inoltre masse metalliche,segno, forse, della presenza di fusti di metallo. Questa, a grandi linee, la mappa della cava. Ma per avere delle informazioni più dettagliate e sicure ci vorrebbero analisi più approfondite.

Ed è questo il contenuto della seconda e più recente relazione scritta dall’ingegner Farina. Per capire quanto sia grande il danno per la salute dei cittadini, occorre fare altre indagini. Innanzitutto, va analizzata la falda acquifera, installando dei “piezometri” a monte e a valle, strumenti in grado di valutare il grado di inquinamento dell’acqua. Poi, occorre prelevare dei campioni di terreno estratti ad una profondità che va oltre i 12 metri. Prima di procedere, il tecnico chiede di accedere agli atti della Procura, per capire se queste analisi siano già state fatte.

Una volta ottenuti i risultati, bisognerà valutare quale sia l’intervento migliore, in base al rapporto tra costi e benefici. Oltre alla bonifica totale, infatti, esiste una seconda possibilità, prevista dalla legge: la messa in sicurezza dell’area, cioè un “intervento conservativo”, a cui fare seguire un monitoraggio permanente che dovrà durare almeno 5 anni.

I rifiuti potrebbero, cioè, rimanere sotto terra. Il piano, per essere attivato, dovrà essere concordato con l’Arpa. Resta da chiarire, comunque, chi dovrà accollarsi la spesa della bonifica. I responsabili finiti in carcere (in tutto 8 persone) hanno già dichiarato di essere nullatenenti.
Paola Farina