Da Lodi a Villasanta, poi il ritornoLambro, gli oli erano di Tavazzano

Villasanta – Ha lasciato interdetti i cittadini del Lodigiano la scoperta che gli oli combustibili sversati nel Lambro lo scorso 23 febbraio dalla Lombarda Petroli arrivassero proprio dalle loro zone, dalla centrale E.on di Tavazzano Montanaso. Il combustibile che da gennaio di quest’anno non poteva più essere bruciato nel Lodigiano perché troppo inquinante, era stato infatti affidato a un commerciante che lo aveva lasciato in deposito proprio alla Lombarda Petroli. E l’ironia della sorte – sottolinea la stampa locale – è che quelle stesse sostanze inquinanti, dopo lo sversamento, sono tornate al mittente attraverso il Lambro che ha lambito le zone di Lodi con la sua ondata nera.

Dalla centrale E.on erano partite 50mila tonnellate di combustibili, accompagnate da documenti che ne attestavano regolarmente la provenienza. A conferma che almeno parte del materiale inquinante era costituito da materia prima da piazzare sul mercato e non da scarti. Non sembrano esserci significativi dubbi sulla natura del materiale finito nel fiume: gasolio e olii combustibili, si è detto fin dai primi istanti dopo il disastro.
La procura di Monza sta comunque compiendo analisi specifiche, sui contenuti dei serbatoi della Lombarda Petroli, sul materiale rimosso dal Lambro, nel depuratore e nelle vasche di contenimento. Del gruppo di tecnici che se ne sta occupando farebbe parte anche un perito della famiglia Tagliabue. Gli esiti sono attesi per la metà del mese, tra qualche giorno.

Procedono anche le indagini degli inquirenti, sebbene a distanza di oltre un mese, pare che di elementi nuovi e promettenti non ce ne siano. In particolare, i carabinieri del Gruppo di Monza, titolari delle indagini, starebbero esaminando la corposa documentazione acquisita di recente e relativa a tutto il comparto dell’ex raffineria; interi fascicoli di atti pubblici di natura urbanistica, prelevati qualche settimana fa dagli schedari comunali che erano stati messi sotto sequestro nei giorni successivi al sabotaggio. L’esame del materiale potrebbe contribuire a chiarire il quadro della situazione e gli interessi in gioco relativamente al comparto, mentre la ricerca dell’esecutore materiale del gesto sembra essere un po’ in stallo. Dipendenti ed ex dipendenti della Lombarda sono già stati ascoltati e non sembrano esserci in programma a breve nuovi interrogatori.
«Non se ne parla più, sembra quasi che non sia successo nulla», ha commentato un ex lavoratore della Lombarda.
Valeria Pinoia