Monza – Sciopero venerdì prossimo per tranvieri e ferrovieri. A indirlo i sindacati di base che hanno definito “irricevibili” le proposte di rinnovo del contratto collettivo nazionale della mobilità avanzate da aziende, sindacati confederali ed autonomi. Per lo stesso giorno è prevista la protesta unitaria di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast, che vengono accusati da Cub-trasporti di essere “sottomessi” alle aziende e di fare uno “sciopero di pura facciata per gli stessi giorni con le stesse modalità”. Tra le eventuali novità indigeste per la Cub l`aumento dell`orario di lavoro a 46 ore settimanali, 200 ore l`anno di straordinario obbligatorio, il risarcimento del danno dei mezzi in caso d`incidente, il mancato pagamento dei primi giorni di malattia.
Dalle ore 21 di giovedì 21 luglio alle ore 21 di venerdì 22 luglio sciopereranno macchinisti, capistazione biglietterie, assistenza, manovratori e i pulitori di treni e stazioni, mentre uffici amministrativi e officine l`intera giornata del 22 luglio; gli autoferrotranvieri scioperano 24 ore, del 22 luglio, con orari diversi in ogni città, a Milano bus, tram e metrò fermi dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio, mentre uffici, officine, parcheggi, ausiliari della sosta e Radiobus l`intera giornata del 22 luglio. Secondo Cub-trasporti un contratto nazionale “oltre a recuperare il potere d`acquisto degli stipendi deve migliorare le condizioni di lavoro e di vita di ferrovieri ed autoferrotranvieri.
L’aumento della produttività si deve ottenere con l`aumento della velocità commerciale, e il miglioramento del servizio passa anche dalla umanizzazione dei turni di lavoro, nonché dal miglioramento del parco macchine”. Sul versante ferrovie, i motivi principali della mobilitazione sono il paventato aumento dell’orario del carico di lavoro per tutte le categorie (una media 38 ore ma fino anche a 46 settimanali), ridurre i giorni di ferie, senza nessun aumento salariale, una maggiore discrezionalità aziendale nella gestione delle ferie e dei turni, riduzioni di personale, e una ferma opposizione alla volontà di ridurre la clausola sociale per gli appalti a una mera formalità.
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