Contro l’inceneritore raddoppiatoSabato mattina presidio a Trezzo

Trezzo sull’Adda – Riparte il tavolo per il raddoppio dell’inceneritore? E allora la mobilitazione scende in strada. Lo farà sabato, 20 febbraio, a partire dalle 11 proprio davanti all’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti che la proprietà vorrebbe ampliare. Nei mesi scorsi le voci contrarie si sono moltiplicate, a partire dal Wwf di Trezzo per arrivare fino ai Comuni, che hanno partecipato alle petizioni contrarie e hanno anche organizzato dibattiti pubblici. Non è bastato, dato che nonostante lo stop tecnico di qualche settimana fa, ora l’iter per l’ampliamento è ripartito in Regione Lombardia. È per questo che Legambiente chiama tutti a raccolta, associazioni e cittadini, per sabato mattina.

«In Lombardia e nel Milanese la priorità non sono nuovi forni, ma efficaci sistemi di gestione delle raccolte differenziate e impianti per il trattamento della frazione organica – scrive l’associazione -. Il 27 gennaio è stata convocata la Conferenza di servizi convocata da Regione Lombardia in merito alla richiesta di ampliamento dell’inceneritore di Trezzo sull’Adda da parte della società Prima srl, che prevede la costruzione di due linee aggiuntive di trattamento con potenzialità pari a oltre 190.000 tonnellate anno che andrebbero ad aggiungersi alla capacità attuale di 165.000 tonnellate».

«Il raddoppio dell’impianto di Trezzo sull’Adda, che tratta rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalle province di Milano e Monza Brianza, impedirà il raggiungimento di obiettivi coerenti con le disposizioni nazionali e comunitarie, che presuppongono una gestione integrata e sostenibile dei rifiuti basata sulla riduzione dei rifiuti prodotti e sul riciclaggio – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia – La Lombardia è già adeguatamente dotata di inceneritori, e un ampliamento di questa portata non potrà che sottrarre quote di rifiuti attualmente ben gestite con la raccolta differenziata».

Il circolo di Legambiente trezzese sottolinea anche che l’ampliamento sarà la premessa per un aggravio anche di traffico e di inquinamento atmosferico. E «l’impianto di Trezzo  – sostengono – è, inoltre, in infrazione rispetto alle normative europee che prevedono l’obbligo della Via, visto che la prima autorizzazione è stata rilasciata nel 1996 nel pieno dell’emergenza rifiuti della provincia di Milano e non è stata assoggettata a regolare procedura di Via».