Desio – Sono quasi cinquanta i comuni lombardi che hanno detto sì al «Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo», promosso da Terre di Mezzo e Legautonomie. Tra i primi firmatari anche Cavenago Brianza e Desio. Ha aderito anche Milano.
L’adesione in massa degli amministratori locali, in gran parte della provincia milanese e brianzola, nasce dalle difficoltà legate alla gestione della degenerazione del gioco: dalle slot all’interno dei bar alle sale da gioco più attrezzate.
Tra gli obiettivi principali del ‘Manifesto’ c’è la richiesta di una legge nazionale fondata sulla riduzione dell’offerta; delegare alle Regioni l’impegno per la cura dei giocatori patologici (il Conagga – coordinamento nazionale dei gruppi giocatori d’azzardo – ha calcolato che lo Stato destina ogni anno cinque miliardi nella cura di soggetti dipendenti); dotare i sindaci di potere decisionale su orari d’apertura, distanze da luoghi sensibili (scuole e simili) e di parere vincolante su nuove installazioni di gioco d’azzardo; costituire delle reti sovra territoriali con le Asl, Prefettura, Questura e Dia per monitorare e prevenire le patologie da gioco d’azzardo.
I sindaci lamentano infatti di non avere potere decisionale in materia, visto che che il settore dei giochi è in mano allo Stato. «Solo che poi siamo noi a doverci misurare sul territorio con fenomeni sempre più allarmanti di dipendenza – commenta il vicesindaco di Desio, Lucrezia Ricchiuti – anche perché il gioco lecito non ha portato ad un contenimento di quello illegale. Al contrario, ha creato degli incroci e dei legami drammatici: a Desio sappiamo tutti che la criminalità organizzata ha degli interessi nella gestione del settore per riciclare e pulire i suoi guadagni».
Incrociando i dati dei Monopoli di Stato e dell’Istat, la Lombardia intanto risulta essere la regione che registra la spesa procapite più alta nelle slot machine, con 235 euro (su 1,9 miliardi spesi complessivamente nel 2012), il 30,8% in più rispetto alla media nazionale, che è di 179 euro considerando i 50 milioni di maggiorenni. Subito sotto la Lombardia – che per spesa media procapite vale tre volte il dato della Sicilia – c’è il Trentino in cui la spesa per ogni abitante è di 220 euro (+22,8%), poi l’Emilia Romagna (218 euro, +21,8%). Quarto posto per il Lazio, con una spesa procapite di 213 euro (+18,8%).