Monza – Costretti ad andare coi mezzi pubblici in procura. In attesa alla fermata dell’autobus, davanti al periferico commissariato di viale Romagna, coi fascicoli sotto il braccio, diretti in centro, per parlare con i magistrati, compiere accertamenti; insomma, fare il loro lavoro di poliziotti. Il motivo? La Fiat Punto in dotazione alle due squadre di polizia giudiziaria in forza al commissariato monzese, 150mila chilometri e qualche difficoltà a passare la revisione, era indisponibile. Così, due agenti si sono dovuti arrangiare, ad attraversare la città senza macchina, e portarsi gli atti in mano. Una situazione che fotografa la realtà del commissariato di viale Romagna a pochi giorni dall’imminente appuntamento elettorale, dopo il quale il commissariato verrà trasformato in questura.
“Eppure siamo fermi a quota settantacinque poliziotti, lo stesso numero da vent’anni a questa parte- dice Carmine Mansi, sindacalista del Siulp- abbiamo una volante alla sera per una città di 120mila abitanti, nonostante questo nel primo trimestre 2009 abbiamo effettuato lo stesso numero di arresti di tutto il 2007, con la provincia dovrebbero arrivare 40 uomini, ma ora la situazione è destinata a scoppiare e la politica non ci ascolta”. Il nervo scoperto? La mole di lavoro dell’ufficio immigrazione e di quello passaporti, che da soli assorbono gran parte dell’organico. “Se prima l’ufficio stranieri aveva una recettività limitata su Monza ed altri piccoli comuni limitrofi, adesso con la provincia la competenza si allarga anche ai centri più grandi, come Vimercate o Lissone, così passeremo dalle attuali 18mila a 40mila pratiche all’anno, che vanno ad aggiungersi ad una media di 6-7mila passaporti rilasciati a trimestre”.
L’appello: “questi uffici devono essere dislocati in un’altra sede più adatta, altrimenti rischieremo il caos, file di immigrati fino alla strada comprese”. L’unica nota positiva sembra essere l’inizio dei lavori di ristrutturazione dell’attuale sede (in attesa degli edifici della nuova questura), ma non basta certo questo a rendere le prospettive future più rosee. In vista delle elezioni provinciali, e del possibile (quanto temuto sotto il profilo dell’ordine pubblico) appuntamento col G8 dell’istruzione in Villa Reale, le ferie di tutto il personale sono state bloccate fino a nuovo ordine.
“Ci saremo, pronti per fare il nostro lavoro in modo onesto e professionale come sempre”, taglia corto il dirigente Francesco Scalise. E i rinforzi, i nuovi mezzi, la futura questura? “Non posso dire nulla, ma sono decisioni che partono dal Ministero”.
f. ber.