Monza – Trent’anni di studi e passione, alla ricerca continua delle storie che si nascondono dietro ogni singola moneta, agli intarsi delle medaglie, alle raffigurazioni dei sigilli. Spegne in questi giorni trenta candeline il Circolo numismatico monzese, che ha voluto festeggiare con un concerto di arpe celtiche tenuto da Patrizia Borromeo e dal Cerchio delle Fate, che si è tenuto in Sala Maddalena. Realtà unica in città, fucina di studio e promotore da sempre di convegni ed eventi. Nato nel 1980 per volere di quattordici soci fondatori, il Circolo elesse inizialmente il bar Tarocchi di via San Giovanni Bosco come primo luogo di ritrovo. A guidarlo fu da subito Folco Paraboschi, che spostò la sede in via Teodolinda.
Oggi i soci si ritrovano negli spazi di via Annoni, e a presiedere il Circolo, da tre anni, è Franco Capponi, ingegnere, da quarant’anni appassionato di storia e archeologia. Arte, storia e archeologia sono gli ambiti in cui spaziano gli interessi del Circolo numismatico, che nel corso di questi trent’anni ha dato vita a eventi e importanti convegni, l’ultimo dei quali è stato, nel 2004, l’allestimento alla Rotonda di San Biagio dal titolo “San Biagio tra archeologia e numismatica”. Da nove anni il Circolo ha avviato con successo i corsi di latino, per principianti ed esperti. Due lezioni settimanali tenute da docenti delle scuole superiori (Vittorio Praga e Maria Grazie Brugola, ex insegnanti del liceo Zucchi e Antonio Sala), a cui partecipano ogni anno almeno una quarantina di allievi.
«Il più giovane di loro ha 35 anni, la più anziana oltre 80 – spiega Capponi -. Quella del corso di latino è stata una sfida, nata quasi per caso, ma che sta suscitando negli anni grande interesse». Tre i corsi previsti in base al grado di preparazione degli allievi, a cui si è aggiunto dallo scorso anno un quarto corso dedicato quasi esclusivamente allo studio e alla lettura dei classici. A proporre il corso, nove anni fa, fu Dino D’orlando, attuale vicepresidente, appassionato di numismatica ma assolutamente digiuno della lingua di Cicerone. «Non riusciva a comprendere le scritte riportate sulle monete e per questo ebbe l’idea di avviare un corso, inizialmente per se stesso e da subito aperto al pubblico, proprio per superare questa difficoltà», racconta il presidente. «Con il tempo è nata l’idea di ampliare la gamma di lezioni anche allo studio di greco ed ebraico, ma purtroppo per ora non abbiamo abbastanza iscritti».
Sarah Valtolina