Monza – È un filo rosso che attraversa i decenni di storia del nostro Paese, una dote cha continua ad essere collante solido e virtuoso di una società che ieri come oggi regge le sorti della nazione. È la sussidiarietà, termine dal sapore antico ma di grande attualità, il fulcro della mostra organizzata dal Banco alimentare della Lombardia e dalla Compagnia delle opere di Monza e Brianza, con il patrocinio della Camera di commercio, allestita nell’auditorium della sede del Cittadino, in via Longhi 3, fino al 26 aprile.
Ad accogliere i visitatori sono le parole di monsignor Luigi Giussani: “Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”. Parole pronunciate dal sacerdote nel 1968 ai giovani travolti da una crisi storica e morale, alla disperata ricerca di un futuro diverso. «Fece breccia allora e mantiene ancora oggi tutta la sua forza questo monito di don Giussani, perché occorre ripartire proprio dalla società civile per ricordare le gesta delle generazioni passate che permisero al Paese di rimanere unito, nonostante tutto», spiega Lorenza Violini, docente di Diritto costituzionale all’Università degli studi di Milano.
La mostra presenta quattro fasi della storia d’Italia: dallo choc della violenta risoluzione delle questione Romana al fascismo, dall’assemblea costituente al boom economico. «Ciò che determinò sempre i cambiamenti più radicali non furono fattori politici o economici ma la capacità del popolo italiano di manifestare se stesso come protagonista», continua Violini.
Quello stesso protagonismo nascosto e virtuoso che anima i 450 volontari stabili del Banco alimentare, che nel 2011 hanno recuperato oltre 12.000 tonnellate di cibo, distribuito a quasi 200.000 persone. «Basta fare un giro nei 3.500 metri quadri del magazzino centrale di Muggiò per rendersi conto della portata grandiosa di questa intuizione – ha commentato Gianluigi Valerin, presidente del Banco alimentare Lombardia, durante l’inaugurazione della mostra -. Una sussidiarietà quotidiana che diventa risposta creativa ai bisogni dell’uomo».
La mostra “150 anni di sussidiarietà” vuole raccontare attraverso immagini, dati e commenti questo sforzo concreto di sostegno e aiuto. «Occorre riacquistare la consapevolezza della nostra origine – ha aggiunto Pietro Paraboni, presidente della Compagnia delle opere di Monza e Brianza -. I nostri padri e nonni seppero affrontare una crisi ben peggiore, uscendone grazie a un radicale cambiamento di vita. Questo è un momento di grande travaglio, ma qualcosa di nuovo certamente nascerà». Un auspicio condiviso anche da Renato Mattioni, segretario generale della Camera di commercio di Monza. «Dobbiamo ricominciare da un nuovo liberalismo della solidarietà».
Sarah Valtolina