Cesano Maderno – Il 7 dicembre scorso sequestrarono una decina di persone tra dipendenti e clienti nell’istituto di credito Carige di via Volta, scappando con un bottino di 22mila euro, lunedì i carabinieri del nucleo operativo di Arona li hanno arrestati, portando a galla un’attività criminosa che proseguiva da un anno e ben ramificata nel nord Italia.
Le manette sono scattate attorno ai polsi di sei rapinatori, in buona parte già noti alle forze dell’ordine, e tra questi c’è una donna, Debora Di Sessa, la figlia di Marino Di Sessa, il quarantasettenne pregiudicato di Bereguardo, in provincia di Pavia, che il 7 dicembre entrò alla Carige di Cesano insieme a Vito Landolfi, 47 anni pregiudicato di Milano già in carcere a Pavia, e Domenico Balbo il capo della spedizione brianzola, 43 anni, sempre pregiudicato, ma residente a Motta Visconti in provincia di Milano.
La banda con la rapina di Cesano avrebbe commesso un totale di 10 colpi, alcuni anche da 60mila euro, e tentati due tra le province di Novara, Vercelli, Lodi e Cremona, racimolando un bottino complessivo di oltre 300mila euro di cui 22mila euro alla Carige. Una rapina consumata alle 16 del 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, quando Di Sessa, Landolfi e Balbo entrarono alla spicciolata alla banca di via Volta. Nell’istituto c’erano una manciata tra dipendenti e direttore, oltre a un paio di clienti tra cui Emanuela Capelli, molto conosciuta in città per essere un’amministratrice di condominio.
Per assicurarsi la fuga i malviventi spinsero in un ufficio nel retro tutti i presenti, legando loro polsi e caviglie con i laccetti in plastica utilizzati dagli elettricisti. L’ultimo a essere sequestrato fu il cassiere, che dopo aver consegnato 22mila euro in baconote, finì legato insieme agli altri con dello shotck. Alla fine fu proprio lui a liberarsi per primo, slegando poi il direttore e lanciando così l’allarme. Nessuna delle vittime sapeva però che sulle tracce dei tre c’erano già i carabinieri di Arona, impegnati in un’indagine iniziata nell’ottobre del 2011 in seguito all’ennesimo colpo ai danni della Banca Popolare di Gattico in provincia di Novara.
I militari già a dicembre sequestrarono le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza dell’ufficio cesanese, comparando i fotogrammi con quelli in loro possesso e infine in settimana sono scattati gli arresti. «Sono contentissima del lavoro eccezionale dell’Arma dei carabinieri – commenta Emanuela Capelli – provo grande stima per loro». Sui ricordi di quel fatto: «Ormai la paura è passata».
Cristina Marzorati