Cesano, ritrova la mammadopo più di quattordici anni

Sorride Lamin, che finalmente quest'anno ha potuto riabbracciare la mamma, il papà e ha conosciuto i suoi fratelli nati in Italia, la giovane Wooday di 13 anni, Saran di 10 anni e il piccolissimo Abba di 8 mesi, grazie all'aiuto di alcuni cesanesi.
Cesano, ritrova la mammadopo più di quattordici anni

Cesano – Per oltre quattordici anni la burocrazia italiana ha separato un bambino dalla sua famiglia. Persino una lettera del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha faticato a superare il muro di carte bollate e infinite prassi, ma la tenacia di una volontaria della San Vincenzo ha vinto. Ora sorride Lamin, diciassettenne del Gambia, che finalmente quest’anno ha potuto riabbracciare la mamma, il papà e ha conosciuto i suoi fratelli nati in Italia, la giovane Wooday di 13 anni, Saran di 10 anni e il piccolissimo Abba di 8 mesi. Loro sono i Sanyang e devono tanto a una consorella della San Vincenzo: «Ma lei non vuole comparire – spiega Mario Albricci, presidente del gruppo cesanese – eppure si è interessata direttamente al problema e ha contribuito ad arrivare a una soluzione». Lo conferma Anta, profondi occhi neri, madre di quattro figli, l’ultimo arrivato è l’adorabile Abba. «Devo tutto alla consorella della San Vincenzo, è stata come una madre per me».

La storia dei Sanyang inizia nel 1994, quando il capofamiglia Ebrima lascia il Gambia in cerca di lavoro in Italia. «Mio marito all’inizio dormiva per strada, in stazione, poi ha trovato lavoro in una ditta per la produzione di materiale plastico a Lentate sul Seveso». E qui incrocia per la prima volta sulla sua strada il marito della benefattrice della San Vicenzo: «Vedendo Ebrima, inizialmente i responsabili non volevano assumerlo – continua Anta – poi è stato proprio il marito della volontaria a farsi avanti, a dire di dargli una possibilità. Così è stato».

Ebrima inizia a lavorare, ma spesso arriva tardi. Prende il treno a Chiasso, scende in stazione a Camnago e a piedi deve raggiungere viale Brianza. Tornano in gioco ancora i benefattori, che alla stazione gli portano una bicicletta e lui è sempre puntuale. É il 1998 quando Anta, già mamma di Lamin che all’epoca ha solo tre anni, lascia il Gambia e raggiunge il marito. Il loro unico figlio viene affidato ai genitori, la speranza è che presto anche lui si trasferisca in Italia. Così non è.

La legge italiana impone precise metrature abitative per accogliere un figlio, loro faticano a trovare una casa, a pagare l’affitto, intanto la famiglia cresce e nascono una bambina e un bambino. Finalmente nel 2008 il destino li porta a Meda e vengono aiutati nelle pratiche di ricongiungimento familiare. Scrivono persino al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che risponde: «Si faccia di tutto per far arrivare il bambino». Da quel momento passeranno altri due anni, ma ora Lamin è finalmente in Italia e può vivere con la sua famiglia. Una grande gioia, possibile grazie alla San Vincenzo di Cesano.

Cristina Marzorati