Cesano, l’ex oratorio femminilediventa «Giardino della Carità»

Cesano, l’ex oratorio femminilediventa «Giardino della Carità»

Cesano – Nell’ex oratorio femminile di via Dante si gettano le basi per un grande centro della carità, un “Giardino” dove invece di fiori si coltiveranno progetti per i meno fortunati. L’idea è del parroco don Flavio Riva ed è stata oggetto anche di un breve accenno durante l’ultima conferenza Pgt, che prima di Natale ha visto sedere attorno a un tavolo maggioranza, opposizione, vicesindaco e assessore al Territorio. Qui si è parlato esclusivamente dell’importanza dell’edificio, in passato destinato a oratorio femminile e ora dismesso, mentre le idee e i progetti sono tutti della comunità parrocchiale.

«Il nostro sogno – spiega don Flavio – è che questo complesso diventi per Cesano il “Giardino della carità”, un luogo in cui le diverse associazioni, realtà impegnate in servizi concreti per la carità, possano trovare una casa. Penso ad esempio alla Caritas, che oggi si ritrova in chiesa antica, o ancora al centro di ascolto cittadino, attualmente aperto in via Dante sotto la casa di don Lino Marelli». In questo spazio si potrebbe anche ricavare un ampio magazzino, dove convergere i generi alimentari che la Caritas distribuisce sotto forma di pacchi alle famiglie in difficoltà. Dal fronte delle associazioni invece chi potrebbe avere accesso a questi locali? «Non faccio nomi – prosegue don Riva – non voglio che questo luogo diventi un ricettacolo di sodalizi, non deve perdere la sua natura di carità».

I tempi di avvio? «Ne parleremo durante il prossimo consiglio pastorale in programma a febbraio, da qui inizieremo a ragionare su cosa si debba fare e come intervenire per avere un minimo di progetto chiaro, dovremmo anche sentire la popolazione su un argomento così importante». I costi dell’intervento si prospettano alti oppure gli spazi sono già perfettamente spartiti? «Credo saranno ingenti, perchè purtroppo i locali non sono disposti in modo intelligente da soddisfare questo tipo d’iniziativa». Si pensa di creare una struttura aperta, magari con dei portici? «La mia intenzione è dar vita a un “Giardino della carità” che, in quanto tale, deve restare chiuso, se no diventerebbe una piazza». Si pensa di creare uno spazio di ospitalità per i senzatetto in generale o magari più nello specifico per quelle famiglie che si trovano senza una casa per un momento di difficoltà? «In questo caso non basterebbero i muri, ci vogliono anche le persone che lo gestiscano, tutto è possibile, le idee sono tante, bisogna pensarci bene».

Cristina Marzorati