Cesano e gli ultimi agricoltoriIl vino Groanello contro la crisi

Villa Marina si trova alle pendici del pianalto delle Groane ed è attorniata da nove ettari di terreno. Massimo Alberti racconta le difficoltà di svolgere un'attività agricola in Brianza. Per uscire dalla crisi si punta anche al vino autoctono.  
Cesano e gli ultimi agricoltoriIl vino Groanello contro la crisi

Cesano – «Chi parla di voler salvaguardare e incentivare le produzioni agricole si sta solo riempiendo la bocca di belle parole». Massimo Alberti, marito di Maura Strada, proprietaria dell’Azienda agricola Villa Marina, tra Cesano Maderno e Bovisio Masciago, lavora la terra da una vita ed è critico nei confronti di quelle istituzioni capaci di parlare di verde solo in periodo elettorale per poi cedere alle lusinghe degli oneri di urbanizzazione. «Finchè i dirigenti non smetteranno di fare i politici non andremo lontano – spiega – Noi continuiamo a fare questo lavoro unicamente perchè nutriamo una grande passione per quello che facciamo. Il problema maggiore è che un terreno agricolo non rende in termini di guadagni economici, per cui la massima aspirazione di chi possiede un area verde oggi, in molti casi, è che questa venga convertita in edificabile».
Villa Marina si trova alle pendici del pianalto delle Groane ed è attorniata da nove ettari di terreno. Nel 1985 Maura e Massimo hanno ristrutturato una casa coloniale del 1.700 trasformandola in una azienda agricola votata all’allevamento di razze autoctone in via di estinzione. «Negli anni ’90 accoglievamo scolaresche, volevamo creare una fattoria didattica per conservare una parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni. In pochi hanno capito i nostri intenti» spiega ancora l’allevatore.
Oltre alle pecore brianzole a Villa Marina vengono allevati tacchini brianzoli e, per unpo’, hanno trovato ospitalità anche vacche di razza varzese. Alberti racconta di innumerevoli scontri con le istituzioni nel corso degli anni: «Se avessi voluto fare profitti avrei trasformato tutto in agriturismo, e probabilmente me lo avrebbero consentito – dice ironico riferendosi alla continua edificazione cui sono soggetti i terreni prossimi al suo – avevamo intavolato discorsi per promuovere il chilometro zero, laboratori didattici, tramite Coldiretti potevamo creare un piccolo punto vendita assieme ad altri agricoltori della zona. Tutto è sempre caduto nel nulla».
Nonostante questo non si scoraggia, il figlio ha ereditato la passione ed è iscritto all’istituto agrario, per il futuro stanno pensando di reintrodurre vitigni autoctoni: «Abbiamo già sperimentato una piccolissima produzione: il Groanello di Villa Marina».
g.p.