Carnate, spari e il teste fantasma

Carnate – E’ Francesco Mongiu, avvocato arcorese, il legale dei due fratelli albanesi arrestati nel novembre 2007 con l’accusa di aver sparato dodici colpi contro l’auto di due fratelli connazionali, nei pressi del cimitero di Passirano, a Carnate. E oggi, a procedimento in corso, l’avvocato diffonde un appello: «Chi ritiene di conoscere Damiano Stucchi o di avere elementi utili per rintracciarlo, contatti , anche in forma anonima, il mio studio legale, allo 039.368747».

Damiano Stucchi è il nome di quello che doveva essere il testimone chiave della sparatoria, in grado di avvalorare la tesi di colpevolezza dei due clienti di Mongiu, Hamit e Astrit Cenaj, il primo sottoposto a custodia cautelare, il secondo in stato di libertà. "Doveva essere", perché attualmente il problema è che nessuno sembra in grado di rintracciarlo né di dimostrare la sua esistenza. Una situazione che qualche imbarazzo l’ha generato anche in sede di dibattimento e sulla quale Mongiu insiste al punto da inviare una segnalazione alla procura della Repubblica presso il tribunale di Monza, al comando generale dell’Arma di Roma e al comando regionale Lombardia.

La stazione del carabinieri di Bernareggio, in un documento del 20 febbraio scorso inviato alla Procura della repubblica di Monza, informa che «in data odierna non è stato possibile addivenire all’identificazione dello Stucchi Damiano, presente la mattina del 21 novembre 2007 in Passirano di Carnate, via IV Novembre. L’unico Stucchi Damiano risulta essere nato a Calcinate (Bg), residente a Ghisalba (Bg)», e subito dopo la comunicazione spiega che il soggetto non è lo stesso che avrebbe assistito alla sparatoria.

In sostanza, la mattina dei fatti, mentre i carabinieri parlavano con il testimone intenzionato a raccontare i fatti ma in forma anonima, l’uscita dal verde di due persone avrebbe distratto i militari qualche secondo sufficiente al testimone per dileguarsi. Di Damiano Stucchi, nessuna traccia. Una situazione problematica, considerando che il testimone fornirebbe un aiuto indispensabile alla giustizia.

Comprensibile ora che Mongiu approfitti delle situazione e che lanci un provocatorio appello a chiunque possa identificare il Damiano Stucchi che avrebbe assistito alla sparatoria. I fatti risalgono appunto al novembre di due anni fa, quando due operai della ditta Karbaum, arrivando sul posto di lavoro di prima mattina in automobile, furono bloccati da una seconda vettura con quattro uomini a bordo che scesero sparando una raffica di colpi contro i due fratelli, senza però nemmeno ferirli.
Valeria Pinoia