Carabinieri Tpc: in un librola lotta ai trafficanti d’arte

Carabinieri Tpc: in un librola lotta ai trafficanti d’arte

Monza – Un mercato globalizzato, caratterizzato da consistenti flussi finanziari per investimenti illeciti nel campo dell’arte. Un mercato in cui agiscono ladri e trafficanti che hanno saputo sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie ampliando, grazie a internet, le possibilità di vendita in tutto il mondo. Questo è lo scenario in cui operano i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza (Tpc): la loro giurisdizione si estende su tutta la Lombardia, regione che rappresenta uno dei crocevia mondiali delle opere d’arte rubate e trafugate, ma nella quale, proprio da quando questo speciale reparto dell’Arma ha sede nella Villa Reale, la vita di malviventi, ricettatori, antiquari senza scrupoli che lucrano sull’immenso patrimonio culturale italiano è diventata un po’ più dura. Lo testimonia il volume «Recuperi d’arte in Lombardia» presentato nei giorni scorsi a Milano e realizzato con il contributo della Regione Lombardia, voluto, in particolare, dall’assessore alle Culture, Identità e Autonomie Massimo Zanello.

Un testo che riassume il lavoro svolto dal Tpc monzese e che fa il punto della situazione nel settore della lotta ai trafficanti d’arte. Le opere recuperate dagli investigatori sono spesso e volentieri di grande pregio: basta consultare le 34 schede che chiudono il volume e si trovano la «Crocifissione; Madonna con Bambino» di un miniatore piemontese risalente al 1448, i Dossali di coro della Basilica di Sant’Ambrogio, la «Madonna col Bambino e San Giovannino» di Lucas Cranach il Vecchio, un ritratto del Petrarca di scuola toscana del XVI secolo, il Progetto per il Teatro alla Scala di Milano di Giuseppe Piermarini, Le Grazie di Antonio Canova, la «Ciociara» di Mosè Bianchi ed altre opere ancora. Pezzi rari nella maggior parte dei casi fatti sparire da chiese e ritornati ai legittimi proprietari.

Non per niente in questi anni il Tpc ha stretto una collaborazione sempre più fruttuosa con la Diocesi. Alla presentazione del libro, infatti, c’era anche Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano e vicario per la cultura della Diocesi che ha annunciato l’inizio della catalogazione su supporto elettronico di 500mila beni mobili ecclesiastici presenti sul territorio. La lotta ai traffici illeciti si fa anche così: valorizzando un patrimonio che deve essere fruibile da tutti per non perdere la memoria di ciò che è stato. La criminalità, organizzata e non, che commercializza in un mercato parallelo a quello lecito le opere rubate, è, d’altra parte, sempre più agguerrita: ha basi dislocate in tutto il mondo con contatti che le permettono di piazzare dall’altra parte dell’Oceano quadri di provenienza italiana. I trafficanti, d’altronde, ormai si avvalgono anche di restauratori e chimici, per nascondere opere sottratte non solo ai legittimi proprietari, ma soprattutto alla visione di tutti
Paolo Rossetti