Caponago, petizione per la cavaIl comitato: «Paletti più rigidi»

Caponago, petizione per la cavaIl comitato: «Paletti più rigidi»

Caponago – Questione cava: ora parla il comitato. I rappresentanti del comitato per la difesa della salute e del territorio sono scesi in piazza per raccogliere firme contro l’apertura della nuova cava di estrazione. «Il territorio che la Vitali ha usato fino adesso corrisponde al 7 percento dell’intero territorio di Caponago e corrisponde paradossalmente al 21 del territorio urbanizzato». I dati messi insieme fanno riferimento sia al terreno usato per la cava di prestito usata per i lavori della A4, sia al terreno sul quale dovrà sorgere la nuova cava.

Ma le preoccupazioni dei cittadini non si fermano qua. Si guarda infatti con preoccupazione alla situazione presente. «Ormai la regione ha deciso – hanno detto a più voci nella giornata di sabato – ma il comune avrebbe dovuto mettere dei paletti più rigidi alla convenzione che ha firmato. Per esempio: quali macchinari verranno utilizzati per l’estrazione delle sabbie? Intaccheranno la falda acquifera di secondo livello?». Sulla questione della falda acquifera i rappresentanti del comitato hanno fatto notare come le acque superficiali scorrano ad una ventina di metri dai lavori dell’attuale cava: «Non vorremmo che la potenza delle strumentazioni sia tale da compromettere ulteriormente il terreno e le acque – hanno rincarato – e la qualità dell’aria? Siamo veramente sicuri che gli impianti di bitumi non saranno dannosi per la salute dei cittadini?».

Mentre il comitato spiegava per filo e per segno cosa accadrà a Caponago, tra tangenziale est-esterna e cava, le firme in una sola mattinata sono cresciute fino a sfondare il tetto del centinaio in una mattinata. «I nostri timori sono volti anche al futuro della nostra zona – hanno proseguito – la convenzione da questo punto di vista è molto aperta: si lascia in proprietà alla Vitali la superficie della cava anche dopo i dieci anni di estrazione, questo per far continuare le loro attività collaterali. Ma il ripristino del territorio, come sarà fatto? Questo nel dettaglio la convenzione non lo dice».

Qui si apre un altro punto: la compensazione. «Ci ritroveremo la Vitali a fare manutenzioni su tutto il territorio, ma nessuno ha pensato di chiedere di installare, per esempio, impianti fotovoltaici – hanno concluso gli attivisti – senza contare potranno installare impianti energetici ad energie “rinnovabili”, non meglio specificati». Insomma molti dubbi, sollevati da una cittadinanza informata, ma che per ora trovano risposta nel comunicato del comune che dice: «Anche noi siamo contro la cava, ma abbiamo portato a casa il massimo».
Lorenzo Merignati