Cambiago – Il consiglio comunale dice che non c’è utilità pubblica: bisognerà demolire le baracche. Anzi, l’abuso edilizio. «La situazione familiare andrà valutata in un secondo momento». Perché il problema è lì: baracche sì, abuso anche, ma dentro c’è chi ci vive.
La vicenda è kafkiana. Un gruppo di nomadi qualche hanno fa decise di stanziarsi alla Torrazza. Iniziò così la costruzione di alcune strutture abitative. Tutto in modo abusivo. Il comune, allora leghista, se ne accorse e iniziò le pratiche contro l’infrazione edilizia. Nel frattempo la giunta è cambiata, è salito Brambilla, ma la linea nei confronti dell’accampamento alla Torrazza non è cambiata.
Allora la famiglia nomade ha deciso di appellarsi al tribunale amministrativo regionale, pensando di poter annullare l’ordinanza. Il Tar invece, qualche mese fa, ha dato ragione al comune. Nessun ostacolo per la demolizione quindi. Tuttavia arriva un parere legale: «Secondo il nostro avvocato – ha spiegato il primo cittadino Silvano Brambilla – sarebbe meglio fare un passaggio in consiglio comunale per chiedere se vi sia o meno utilità pubblica per quella costruzione».
E il consiglio è stato granitico: all’unanimità ha deciso di non riconoscere l’utilità alla costruzione, levando così anche l’ultima ancora di salvataggio alla famiglia di nomadi che presto vedranno arrivare le ruspe sopra i loro tetti.
Una vittoria di Pirro? Non è così per la Lega che durante il dibattito, attraverso il consigliere Laura Tresoldi, ha sottolineato: «Se hanno i soldi per pagare un avvocato, possono trovare i soldi per pagare un affitto come gli altri».
Lorenzo Merignati