Buco di 30mila euro in mensaBesana dà la caccia ai furbetti

C'è un buco di 30mila euro nel servizio mensa dell'istituto comprensivo statale Giovanni XXIII di Besana Brianza. E' il debito maturato nei prime tre mesi dell'anno da alcuni genitori che non hanno pagato in tempo la tessera ricaricabile per accedere al pasto. Per tutto il 2012 erano stati 25mila euro.
Buco di 30mila euro in mensaBesana dà la caccia ai furbetti

Besana Brianza – C’è un buco di trentamila euro nel servizio mensa dell’istituto comprensivo statale Giovanni XXIII di Besana Brianza. E’ il debito maturato nei prime tre mesi dell’anno da alcuni genitori che non hanno pagato in tempo la tessera ricaricabile per accedere al pasto. C’è chi è distratto, e di tanto in tanto si dimentica di pagare in tempo. E c’è chi fa il furbetto, e di pagare non ha la minima intenzione, da parecchio tempo. Impossibile sapere chi appartenga alla prima e alla seconda categoria. La sola certezza è che a Besana sono purtroppo in aumento i pagamenti del servizio mensa scolastica effettuati in ritardo tramite la tessera ricaricabile. Da una verifica effettuata dagli uffici dopo i primi tre mesi di scuola, ammonta infatti a trentamila euro l’insoluto. Era stato di circa venticinquemila euro, nonostante i numerosi solleciti, durante tutto lo scorso anno scolastico. A palazzo si studiano soluzioni.

«Rispetto allo scorso anno scolastico – spiega l’assessore all’Istruzione, Alcide Riva – si è evidenziato un notevole aumento dello scoperto. I pasti, cioè, vengono consumati ma non pagati anticipatamente. Studiando attentamente gli elenchi di chi non paga si è evidenziato come si passi da piccole cifre scoperte, segno evidente di semplice dimenticanza, a importi decisamente più consistenti e protratti nel tempo. L’impegno è quello di cercare di capire il vero motivo di questi mancati pagamenti per poter poi intervenire in maniera adeguata. Cercheremo di trovare una soluzione condivisa con il Consiglio di istituto per risolvere una situazione sicuramente pesante. Abbiamo già allo studio ipotesi di intervento, ma ognuna di queste va discussa confrontandosi con i vari organi preposti. L’obiettivo è scremare le famiglie con reali difficoltà economiche da quelle smemorate e furbette. Un primo passo è stato fatto con l’invio di lettere di sollecito, che hanno spinto qualche genitore a mettere mano al portafogli».
Alessandra Botto Rossa