Brugherio, un asilo sotto inchiesta

Brugherio – Scandalo alle materne Rodari di via Sauro: la scuola è sotto inchiesta del Ministero dell’istruzione. E a farcela finire è stato proprio il nuovo dirigente scolastico, Antonio D’Alterio, propenso a credere che un piccolo gruppo di insegnanti sia colpevole di mobbing contro altre docenti, di negligenza professionale e di aver indirizzato appalti a professionisti e consulenti esterni. Le accuse sono gravissime e gli ispettori del ministero hanno già trascorso due settimane tra le pareti del plesso, ascoltando le insegnanti e chiedendo, proprio in settimana, nuova documentazione sul caso.

I fatti
– Tutto è partito qualche mese fa, dai sospetti del dirigente scolastico che si è trovato sulla scrivania da firmare incarichi a professionisti esterni (per progetti formativi o per consulenze) praticamente pilotati dalle insegnanti in questione. “Scelte già compiute – ha detto – come se io non avessi voce in capitolo e in barba alle procedure legali, come per esempio la selezione tra diversi preventivi. In un caso si è trattato di una spesa superiore ai 5mila euro”.
Da qui un paio di richiami disciplinari che hanno aperto le porte a una sorta di guerra intestina. Nell’arco di qualche mese, il dirigente ha deciso di vederci più chiaro e ha approfondito la questione rilevando altre mancanze e raccogliendo numerose segnalazioni che avrebbero chiarito il quadro. Gli elementi emersi, trenta cartelle di documenti, hanno convinto D’Alterio a rivolgersi al ministero e la risposta è stata una querela per diffamazione da parte delle interessate che poi ha fatto leva anche sulle presunte divergenze politiche tra il dirigente e le stesse.

La negligenza – Tra le altre ipotesi di colpa su cui stanno indagando gli ispettori c’è anche l’abbandono di classe da parte di maestre che avrebbero lasciato in aula con i bambini una sola docente, nonostante la legge preveda la compresenza. E, per concludere, anche il mobbing nei confronti delle colleghe, soprattutto le ultime arrivate, fatte oggetto, sembra, di molestie, ricatti e attacchi ingiustificati davanti a colleghi e bambini, perfino con argomentazioni relative alla sfera privata, sms e telefonate. Comprensibile la determinazione del preside a vederci chiaro per mettere fine a un malcostume che, se tutto fosse vero, andava avanti da anni. Per questioni di privacy non è ancora stato possibile risalire alle dirette interessate e ascoltare la loro versione dei fatti. Non mancano però le insegnanti che hanno confermato personalmente la versione del dirigente scolastico.
Valeria Pinoia