Monza – Aveva preso di mire due inquiline della scala accanto, trasformando la loro vita condominiale in un incubo. A processo c’è un 59enne di Monza, accusato di atti persecutori (stalking) nei confronti di due vicine di casa di un condominio di via Guardini. Per motivi che le stesse vittime, due madri di famiglia non legate fra loro da alcun rapporto pregresso, non riescono a spiegarsi, il cinquantanovenne tempestava le due con bigliettini carichi di insulti e offese rivolte proprio a loro.
L’uomo infilava sotto la porta di casa i biglietti, fino a che le donne non hanno cominciato a nutrire dei sospetti. La denuncia ai carabinieri della stazione di Monza, e la successiva indagine condotta dagli stessi, ha permesso di ricostruire la vicenda. L’uomo, originario della provincia di Foggia, era stato raggiunto da un ordinanza emessa dall’autorità giudiziaria monzese, in forza della quale doveva stare ora chiuso in casa, e guardarsi bene dall’uscire dal suo appartamento, anche perché il dispositivo emesso dalla magistratura gli imponeva anche il divieto di avvicinamento alle due parti offese, oltre a quello di comunicare in alcun modo con le stesse.
La diffida era stata emessa a seguito delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia e della stazione di Monza, che si erano dovuti appostare in alcuni appartamenti del condominio prima di scoprire l’autore dei bigliettini carichi di volgarità ed allusioni sessuali rivolte alle due malcapitate. I militari, a dicembre 2011, si erano presentati a casa dell’uomo, per notificargli il provvedimento restrittivo.
Ora la vicenda è finita nelle aule di giustizia, dove l’uomo si ritrova imputato dell’accusa di atti persecutori, fattispecie purtroppo nota alle cronache come ‘stalking’, e che vede molto spesso come parti offese le donne come in questo caso. Nell’udienza celebrata prima della pausa natalizia, è stata sentita come testimone, davanti al tribunale in composizione monocratica, la prima delle due signore, individuate come parti offese. Secondo il suo racconto, l’imputato la tempestava di bigliettini, che le faceva trovare nella portiera della macchina o davanti alla porta di casa.
Irripetibile il contenuto degli stessi, inerenti soprattutto pesanti allusioni di natura sessuale. La donna naturalmente non aveva mai avuto nulla a che spartire con l’attuale imputato. Si torna in aula ai primi del mese di maggio, quando verrà sentita l’altra signora oggetto delle presunte molestie.
Federico Berni