Besana: Mandelli, proceduradi concordato preventivo

Besana, per la Mandelli si è aperta una procedura di concordato preventivo. All'origine del provvedimento c'è un problema di liquidità: «Siamo stati costretti a farlo per tutelare dipendenti, patrimonio immobliare e creditori»
Besana: Mandelli, proceduradi concordato preventivo

Besana – C’è un problema di liquidità all’origine della crisi che ha colpito una delle aziende più solide di Besana: per la Mandelli spa si è aperta la procedura di concordato preventivo. «Siamo stati costretti a farlo – spiega il titolare della ditta di maniglie di via Rivabella, Rodolfo Mandelli, alla guida dell’azienda di famiglia fondata nel 1950 dal nonno – per tutelare i nostri dipendenti, il patrimonio immobiliare e i creditori». Continua l’imprenditore besanese: «Purtroppo il nostro piano di ristrutturazione dei debiti non è stato accettato da un grosso istituto di credito e, a catena, le altre banche si sono via via ritirate».

Ma Mandelli non demorde: «Speriamo di chiudere accordi con importanti partner che ci permetteranno di continuare, come è nostra intenzione fare, i nostri cinquant’anni di presenza sul mercato, italiano e estero. Non siamo disposti a mollare». In azienda lavorano 78 persone, tra cui intere famiglie. 56 operai e 21 impiegati, tutti coinvolti nella cassa integrazione ordinaria a rotazione quindicinale, che durerà fino al prossimo luglio. Inevitabili gli esuberi. Se ne prospettano una trentina. «Saranno comunque in numero contenuto. E saranno temporanei: in futuro i lavoratori potrebbero essere riassorbiti», commenta Mandelli, che aggiunge: «Confidiamo nell’aiuto del sindaco Vittorio Gatti e della Compagnia delle opere che ci sta affiancando nella ricerca di un partner». Alle istituzioni si appella anche Federico Rosato della Uil: «A loro – spiega – chiediamo di scrollare le banche. Noi, invece, ci batteremo perché il numero degli esuberi prospettati si abbassi».
a.br.