Lesmo – Che fine ha fatto l’università del pensiero liberale a villa Gernetto? Doveva aprire nel 2008, poi nel 2009. Poi non si è saputo più nulla. Nonostante Berlusconi l’abbia pubblicamente annunciata più volte, l’apertura del nuovo ateneo che dovrebbe portare il nome del fondatore di Forza Italia rimane avvolta nella nebbia. E c’è chi, come il quotidiano Libero, ipotizza che la villa sia stata già venduta dal Cavaliere a un altro acquirente: sua figlia Marina Berlusconi tramite Fininvest.
Infatti sembra che la primogenita dell’ex premier abbia firmato un’opzione per l’acquisto a nome dell’azienda di famiglia lo scorso 17 dicembre versando anche un milione di euro per l’affitto che le darà tempo per poco più di un anno di esercitare la stessa opzione. Tutto sembra ancora in divenire dal momento che nella storica villa si stanno ancora svolgendo lavori di ristrutturazione e qualora Marina decidesse di acquisirla definitivamente non si conosce la funzione che avrà la residenza che sorge sopra una collina che si affaccia sul fiume Lambro.
Il Cavaliere per l’acquisizione e la ristrutturazione di tutto il complesso avrebbe speso più di 58 milioni di euro, di cui 22 milioni solo per restaurare cascina Boffalora che è sempre all’interno dei 40 ettari di parco. Anche in municipio a Lesmo, almeno apparentemente, non si hanno certezze. Nessuno della prorpietà ha chiesto un cambio di destinazione d’uso, che resta quello di centro di formazione. Quest’ultimo edificio avrebbe dovuto ospitare il campus dell’università del pensiero liberale che Berlusconi aveva descritto più di una volta invitando anche personaggi illustri a tenere lezione come Vladimir Putin o George Bush jr.
Il progetto al momento sembra aver subito uno stop. Villa Gernetto negli ultimi tempi è stata utilizzata dall’ex presidente del consiglio per incontri internazionali come con il primo ministro croato Jadranka Kosor o col primo ministro della federazione russa Vladimir Putin. La residenza, dal 1976 fino all’acquisizione del Cavaliere, era stata centro di formazione professionale del Credito italiano e ancor prima di una congregazione di suore che in tempo di guerra gestivano un istituto magistrale femminile. L’idea dell’ateneo privato in una delle dimore berlusconiane sembrava ormai cosa fatta ma questo probabile passaggio di proprietà cambia un pò gli orizzonti soprattutto poichè non si conoscono ancora le finalità dell’acquisto da parte di Marina.
Michele Boni