Bellusco – Ben 36 denunce, 50 milioni di euro di beni sequestrati e due arresti per frode fiscale e associazione a delinquere, uno dei quali a carico di un belluschese di 29 anni. Sono questi i numeri dell'”Operazione Triade” che in settimana ha stroncato un giro che aveva accumulato evasioni dell’Iva per 35milioni di euro. L’intervento, coordinato da Gian Luigi Fontana e da Giampaolo Melchionna, procuratore capo e sostituto procuratore di Lodi, è stato portato a termine dalla Guardia di finanza della stessa città. È proprio in quell’area che è stata scoperta la milionaria frode fiscale, perpetrata nel settore della commercializzazione di prodotti elettronici e ad alta tecnologia informatica.
Il meccanismo, estremamente redditizio, consentiva al sodalizio di evadere il fisco e di mettere in commercio prodotti tecnologici a prezzi ribassati, con conseguente grave turbativa del mercato. I vertici del gruppo erano due: V.T., 56 anni, di Rovagnate, in provincia di Lecco, e il nipote, il belluschese A.D. I due soggetti e gli altri appartenenti all’associazione criminale risultano addirittura sconosciuti al fisco, pur avendo un alto tenore di vita caratterizzato dal possesso di beni di lusso. La complessa operazione ha preso le mosse da una delega di indagine da parte della Procura della Repubblica di Lodi, orientata all’accertamento dell’esistenza di un’organizzazione criminale dedita appunto alla frode fiscale, e attiva nel territorio lodigiano.
I finanzieri, nel corso delle investigazioni, hanno rilevato effettivamente strane operazioni che alcune di queste aziende effettuavano. In particolare si sono resi conto che partite di merci, tutte rigidamente scortate da documenti di trasporto, venivano acquistate e immediatamente rivendute a diverse società. Queste ultime, apparentemente indipendenti tra loro, sono risultate riconducibili agli stessi soggetti. Tutto ciò consentiva ad alcune imprese di ridurre il prezzo d’acquisto mediamente del 20 per cento. I dettagli tecnici del disegno criminale sono roba da esperti del settore, che le Fiamme Gialle hanno ricostruito con precisione certosina: “società filtro”, “società cartiere”, “frodi carosello” e holding con sede perfino nella Repubblica di Panama.
Un vero impero con attività sostanziali anche all’estero che i colpevoli gestivano con l’aiuto di prestanome e factotum e che funzionava come una macchina perfetta. Ruoli ben definiti e una innegabile maestria producevano cifre da capogiro per il giovane belluschese. Tra i beni dei due arrestati che la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro preventivo c’è perfino un elicottero.
Valeria Pinoia