Meda – Dopo una carriera intensa, contrassegnata dalla conquista di ambiti traguardi, il ginnasta Matteo Angioletti ha appeso al classico chiodo il paracalli, quell’arnese utilizzato per eseguire gli esercizi a sbarra e anelli.
«In effetti è una decisione che avevo già preso da tempo: concludere una carriera con un’Olimpiade mi sembrava perfetto, specie con un decimo posto a Londra nel volteggio e la consapevolezza di aver dato tutto. – spiega Angioletti – Sinceramente era da Pechino che vivevo un anno alla volta. Il 2009 con gli europei a Milano come potevo smettere? Poi aver fatto la finale agli anelli davanti al proprio pubblico è stata un’emozione incredibile. Nel 2010 mi sono sposato e dopo un periodo di riposo sono tornato in palestra con più voglia di prima, tanto da disputare un bel mondiale a Rotterdam e portare a casa un bronzo in Coppa del mondo.
Il 2011 era l’anno per la qualificazione olimpica: a Tokyo non è andata bene, ma a gennaio 2012 nel test event, abbiamo fatto un altro miracolo staccando il pass per la mia terza Olimpiade. A questo punto mi sono detto: mi preparo alla grande per dare tutto, gareggio a Londra e poi basta. A 32 anni, sempre tra i primi dieci al mondo nella mia specialità anelli e volteggio, il fisico stava cedendo. E poi è giusto smettere ancora al top e non quando si è in fase calante».
Angioletti è nato a Monza l’8 novembre 1980 ma ha sempre vissuto a Nova Milanese prima di trasferirsi a Suello dopo le nozze con Clara Locatelli che lo ha reso papà felice per la nascita di Lucia. E’ stato uno dei ginnasti azzurri più longevi ma non ha mai perso per strada le sue doti umane e caratteriali.
Nel suo palmares spiccano otto scudetti vinti con la Sg Meda nella quale ha militato per 26 anni, cinque titoli di campione italiano al volteggio, due titoli di campione italiano agli anelli e al corpo libero, la medaglia d’oro alla Coppa del mondo di Ghent, le medaglie d’argento al volteggio nei Giochi del Mediterraneo ad Almeria e negli stessi Giochi ma a Tunisi, con la quadra.
Inoltre il bronzo nella finale di Coppa del mondo di San Paolo e, soprattutto, la partecipazione a tre Olimpiadi: Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012. Tra le imprese spicca la qualificazione olimpica, nel 2007, con un gruppo formidabile di ginnasti che comprendeva anche Alberto Busnari, Igor Cassina, Andrea Coppolino, Matteo Morandi, Enrico Pozzo.
Nel suo futuro ci sarà spazio per l’artistica? «Avevo delle offerte per allenare, visto che mi piace e credo di essere portato, ma ho scelto diversamente. Aspettavo qualche proposta importante dalla Federazione ma questo non è successo e allora mi sono buttato in un altro progetto, il CrossFit. Già da un anno collaboravo con la Crossgym Cantù, come tecnico specializzato per la ginnastica. Non appena finita l’attività agonistica ho seguito appositi corsi. A dicembre non appena aperta la struttura Crossgym a Merone, ho iniziato a lavorare lì a tempo pieno come istruttore: mi trovo benissimo e la palestra è bellissima. Sono laureato in scienze motorie e il mio futuro è nel mondo dello sport e dell’attività fisica».
Franco Cantù