A Ruota Libera, l’editoriale del direttore: quel coraggio (che manca) sulla vera inclusione

Se ne parla sui giornali, negli spettacoli televisivi (Sanremo docet ), nella comunicazione delle multinazionali e in quella istituzionale. Oggi la nostra società pare ossessionata dall’”inclusione”.
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi

Se ne parla sui giornali, negli spettacoli televisivi (Sanremo docet), nella comunicazione delle multinazionali e in quella istituzionale. Oggi la nostra società pare ossessionata dall’”inclusione”. Di per sé sarebbe un bene. Se non fosse che, nel contesto del ricorrente bombardamento mediatico sul tema, il concetto, ridotto a feticcio ideologico di autoreferenziali minoranze, viene inteso quasi esclusivamente in relazione alle pur importanti questioni di genere. Tutto ciò in un momento in cui, invece, di un reale confronto sull’inclusività intesa in senso lato (soprattutto quella del nostro sistema socio-economico) ci sarebbe davvero un gran bisogno.

Un esempio? Mentre gli ultimi dati dimostrano come, nel 2021, buona parte dei nuovi posti di lavoro (anche in Brianza) siano stati “a tempo” (e quindi assai poco “inclusivi”), il mondo culturale è impegnato nel surreale dibattito sullo “schwa”, la “e” capovolta che preserverebbe i termini declinabili in maschile e femminile dall’apparire “discriminatori”. Basta questo raffronto per mostrare quanto sia stridente il contrasto tra la realtà “vera” e quella vista con gli occhi di certi salotti. Che, evidentemente, però, sono in grado di dettare l’agenda delle priorità. Forse anche perché, per immaginarne di diverse (e più “scomode”), servirebbe un coraggio che l’uomo del nostro tempo non possiede più.