Lancio di un registro dei combustibili fossili per identificare gli “asset incagliati”

Lunedì ha debuttato ufficialmente il primo registro mondiale delle riserve, della produzione e delle emissioni di gas e petrolio, secondo Carbon Tracker & Global Energy Monitor, che include informazioni su quasi 50.000 giacimenti.

Per aiutare gli investitori a capire meglio quali asset possono rischiare di essere antieconomici o “incagliati” durante la transizione a bassa energia, il database rende disponibili al pubblico dati precedentemente divergenti o di difficile accesso.

Inoltre, potrebbe sostenere gli sforzi degli attivisti per influenzare i governi o i produttori a ridurre la produzione di combustibili fossili.

Secondo le organizzazioni non governative che lo hanno creato, il Fossil Fuel’s Global Registry include informazioni per i campi di 89 nazioni, che rappresentano il 75% della produzione globale.

Il GEM (Global Energy Monitor) ha dichiarato che il registro ha raccolto informazioni da agenzie governative, aziende statali e commerciali, media e notiziari, ONG e contatti locali che potrebbero fornire informazioni di prima mano su un progetto.

Il registro ha dato un prezzo a tutto ciò, anche se ci sono poche speculazioni sul fatto che gran parte delle più grandi riserve mondiali di gas e petrolio dovranno rimanere nel sottosuolo per evitare un forte peggioramento del clima.

Calcolare gli inquinanti del ciclo di vita di una tonnellata di petrolio, gas o carbone non è semplice e spesso si basa su calcoli piuttosto che su osservazioni che possono variare notevolmente.

Ad esempio, se il metano, potente ma transitorio gas serra, viene trasformato in equivalenti di anidride carbonica, i dati si riferiscono a 20 anni anziché a 100.

Tali informazioni, secondo Deborah Gordon del gruppo di intelligence sui cambiamenti climatici della Rocky Mountain Institution, sono essenziali affinché le imprese e il governo possano concentrarsi prima sui campi più sporchi.

L’assistenza del Registro semplificherebbe l’integrazione delle analisi future previste e darebbe la priorità alle imprese che presentano un rischio maggiore di ospitare beni incagliati.