Gli Stati Uniti hanno sospeso l’estradizione del fondatore di Btc-E, Alexander Vinnik

Il 15 luglio, il tentativo di estradare dalla Francia agli Stati Uniti il fondatore di Btc-E, Alexander Vinnik, è stato formalmente sospeso.

Ma, secondo Belot, la decisione consentirà ai funzionari statunitensi di detenere Vinnik in carcere per un periodo più lungo del previsto, prima di estradarlo in Grecia, lì dove è stato arrestato per la prima volta nel 2017 e, infine, negli Stati Uniti.

Un tribunale della California nel 2020 ha accusato Vinnik di hacking informatico, attacchi di phishing, frodi ransomware, furto di identità e corruzione di funzionari governativi .

Vinnik per un periodo ha negato di essere direttamente collegato a Btc-E, ma gli Stati Uniti, convinti del contrario, prima chiusero la sua presunta società nel 2017 e poi lo fecero arrestare in Grecia, luogo in cui si stava godendo le vacanze con la propria famiglia.

Da allora, Francia, Usa e Russia si contendono Vinnik per svariati capi di imputazione.

E nel 2020, nonostante Vinnik sia stato condannato da un tribunale francese a 5 anni di carcere, gli Stati Uniti hanno continuato a chiedere la sua estradizione.

Wex è stata fondata qualche mese la chiusura di Btc-E e si era ofderta di continuare l’attività di Btc-E, rimborsando anche le perdite avute dai clienti della vecchia società.

Tuttavia, anche Wex ha dovuto chiedere nel 2019 ed il suo amministratore delegato è stato arrestato svariate volti in paesi diversi.

Dal 30 maggio, dopo Italia e Polinia, è detenuto in Croazia.

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