La richiesta era ambigua e non c’erano aspettative specifiche. Tuttavia, queste richieste stanno diventando sempre più comuni e riflettono il fatto che l’industria cinematografica e televisiva sta diventando più consapevole delle proprie emissioni di anidride carbonica.
L’elettricità e i trasporti sono le cause principali delle emissioni di anidride carbonica nella creazione di film e televisione. Secondo la ricerca di Screen New Deal, una produzione cinematografica media ad alto budget genera 2.840 tonnellate di anidride carbonica equivalente. Per assorbire questa quantità, ogni anno dovrebbero essere piantati 3.709 acri di foresta.
Il carburante rappresenta il 50% di questa cifra, seguito dalle utenze energetiche al 30% e dal trasporto aereo al 16%.
Quando Louise Smith viene ingaggiata per fornire consulenza a una produzione cinematografica o televisiva sulla riduzione dell’impronta di carbonio, si concentra sui trasporti e sull’energia. Ha contribuito a film come Jurassic World: Dominion e il nuovo film di James Bond, Non c’è tempo per morire. Ha un background insolito per chi ricopre questo ruolo: scienze ambientali, non cinema o televisione.
Può quindi valutare i luoghi delle riprese per determinare se necessitano di elettricità di rete o portatile. Lo studio dovrebbe preferibilmente avere già un contratto di elettricità rinnovabile per le riprese sul set.
Il gasolio, che storicamente è stato sufficiente per alimentare i grandi veicoli e i generatori necessari per le riprese, rappresenta un problema energetico significativo. I generatori sono fondamentali per le riprese in loco in luoghi privi di accesso alla rete elettrica.
Il diesel rinnovabile, noto anche come olio da cucina idrotrattato o HVO, viene utilizzato in un numero crescente di produzioni, come Downton Abbey: A New Era.
Sebbene questo biodiesel sostenibile emetta meno sostanze inquinanti del diesel normale, non è una panacea.
Gli ambientalisti temono che la grande quantità di olio vegetale necessaria per produrre l’HVO possa deviare le colture alimentari dall’uso alimentare alla produzione di biocarburanti.
Per produrre alcuni HVO vengono utilizzati materiali di scarto, come gli avanzi di grassi animali e l’olio da cucina.
Se il cambiamento avverrà più rapidamente, altre località dovranno fare lo stesso.