Prima volta dal primo minuto, prima rete in Serie A con il Monza e da biancorosso più giovane di sempre, primo italiano nato nel 2004 a segnare nel massimo campionato nazionale. Record su record per Samuele Vignato, uno cresciuto tra Italia e Brasile sempre con un pallone tra i piedi. Dopo essersi preso la Nazionale Under19 quest’estate, adesso è pronto a prendersi il Monza.
Intervista a Samuele Vignato: primo 2004 a segnare in Serie A
Sai di essere il primo 2004 italiano a segnare in Serie A?
«Me l’hanno detto subito dopo il gol. È una sensazione impossibile da spiegare. Ho visto l’elenco dei primi marcatori per ogni anno di nascita, c’è tanta gente che ora gioca in Nazionale. Ritrovarmi tra di loro è eccezionale. Era uno dei miei sogni segnare in Serie A, sono contentissimo di esserci riuscito subito. È anche grande merito del club, perché mi sta facendo crescere senza fretta, in modo graduale, com’è giusto che sia».
Sono arrivati tanti complimenti?
«I compagni, la mia famiglia, il dottor Galliani. Mio fratello Emanuel c’era a Reggio Emilia e avrebbe voluto esserci anche domenica ma aveva una partita, è sempre il primo a scrivermi. Avevo il cellulare pieno di messaggi. Anche Carlos Augusto; e io sono contento per lui per la convocazione con il Brasile».
Intervista a Samuele Vignato: la crescita del gruppo
Un gol che ha contribuito ai tre punti per il miglior momento di sempre del Monza che non era mai stato settimo in classifica…
«Davvero? Non ci avevo fatto caso. Siamo ovviamente felicissimi, dobbiamo continuare così fino alla fine. Però l’obiettivo è la salvezza, prima possibile. Più avanti si vedrà».
Dall’esterno si nota una grande crescita del gruppo, ti senti di confermare?
«All’inizio dovevamo ritrovare forma e gioco e il calendario non ci ha aiutato con Inter e Atalanta subito fuori casa. Però stiamo bene fisicamente e l’intesa con i nuovi compagni migliora ogni giorno. Sono arrivati giocatori importanti che hanno rinforzato la rosa, gente abituata alla Serie A».
Intervista a Samuele Vignato: la famiglia e il Brasile
Hai parlato della tua famiglia, hai origini brasiliane, pensi di avere qualcosa nel tuo gioco che lo mostri?
«Sicuramente, per quello sono più brasiliano che italiano. Anche perché è in Brasile che ho imparato. Mia madre è di Uruburetama (stato del Cearà, 20mila abitanti, affacciato all’Atlantico, nda) e lì c’è un campetto in cemento che chiamano “la piastra”. Ci ho passato l’estati con mio fratello a giocare con i ragazzi del posto, tutti con una tecnica assurda. Non facevamo altro tutto il giorno. Piedi scalzi e pallone. Vado spesso in Brasile, è parte di me».
Anche il tuo idolo è brasiliano. Una passione in comune con Galliani ed anche con il presidente Berlusconi…
«Ronaldinho, porto l’80 per lui, la maglia che aveva al Milan. Magari un giorno verrà a vederci all’U-Power Stadium, con Galliani tutto è possibile. Mi ha raccontato tante storie su di lui, un grandissimo campione».
Intervista a Samuele Vignato: l’azzurro e l’Italia Under 19
L’altra parte è l’Italia e con la nazionale Under19 sei Campione d’Europa di categoria. Pensi spesso all’Azzurro?
«Ho vissuto molte emozioni in questi primi anni di carriera, sia con il Monza che in nazionale. Spero solo di continuare così».
In questo senso c’è un esempio da seguire in squadra?
«Tutti, perché siamo davvero un gruppo unito, una cosa sola. Certo, poi vedo il capitano Matteo Pessina cresciuto al Monza e Campione d’Europa, diciamo che non è una brutta carriera».