Seregno, Matteo Salvini in città a sostegno della candidatura di Giacinto Mariani

In piazza Caprera, il vicepremier e leader della Lega è intervenuto, per lanciare la corsa nelle amministrative del leghista, già primo cittadino tra il 2005 ed il 2015
Matteo Salvini con Giacinto Mariani

«In questi diciannove giorni siate portatori sani di energia. Decide il sindaco chi vota, ma anche chi non vota. Con noi ci saranno un po’ più di sicurezza, un po’ più di illuminazione, un po’ più di agenti della polizia locale. Se andremo al ballottaggio, ci rivedremo». Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha chiosato così martedì 25 aprile la sua visita a Seregno, dove in piazza Caprera ha incontrato la popolazione, per sostenere la corsa nelle amministrative ormai imminenti di Giacinto Mariani, leghista e candidato sindaco della coalizione di centrodestra. Con il segretario provinciale Andrea Villa a fare gli onori di casa, di fronte ai candidati consiglieri, guidati dal segretario locale Edoardo Trezzi, Salvini ha trovato ad accoglierlo Giovanni Sartori, Luciano Casiraghi, Alessia Borroni, Giulio Redaelli, Marco Citterio, Filippo Vergani, Roberto Crippa e Luca Santambrogio, sindaci rispettivamente di Bovisio Masciago, Biassono, Seveso, Albiate, Giussano, Varedo, Ceriano Laghetto e Meda, nonché il deputato Andrea Crippa e l’eurodeputata Silvia Sardone. «Giacinto Mariani per me è un fratello -ha spiegato Crippa-. Questo è un momento di riscatto per Seregno e per lui. La magistratura va cambiata e quello di Giacinto Mariani è un esempio».

Amministrative: la rivalsa di Giacinto Mariani

o Giacinto Mariani durante il suo intervento

Dal canto suo, prima di cedere il microfono a Salvini, Mariani ha sottolineato che «mi candido per la rivalsa di tutti noi, di una città che è stata additata nel 2017, quando sono stato costretto a dimettermi da accuse per cui poi sono stato assolto, come la città della mafia. Il nostro progetto è quello di lavorare sul territorio locale, come ho dimostrato di saper fare nei 10 anni che ho già vissuto da sindaco. Ringrazio i partiti che mi sostengono e che mi hanno chiesto di candidarmi. Seregno è la città dell’onestà e del lavoro».

Amministrative: i sindaci figure fondamentali

In piazza Caprera, il vicepremier e leader della Lega è intervenuto, per lanciare la corsa nelle amministrative del leghista, già primo cittadino tra il 2005 ed il 2015
Matteo Salvini sul palco

Salvini è andato subito all’attacco nel suo intervento: «I sindaci sono figure fondamentali. Qui c’è un’idea di città, c’è capacità amministrativa, interrotta ai tempi da qualcuno che poi non ha nemmeno chiesto scusa per il suo errore. Anche per questo, stiamo accelerando sulla riforma della giustizia. Chi sbaglia, è giusto che paghi». Ed ancora: «In sei mesi di governo, abbiamo fatto moltissimo. Lunedì 1 maggio ci sarà chi andrà in piazza a protestare, mentre noi ci riuniremo per deliberare l’aumento degli stipendi e delle pensioni più basse. Io sono pagato per sbloccare i cantieri e questo sto facendo. Ovunque incontro i comitati del no, ma qui c’è una piazza del sì. Milano e la Brianza devono essere un tutt’uno, ciascuna con la propria identità». L’orizzonte dell’analisi si è quindi allargato: «Bruxelles vuole farci più green per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Noi produciamo lo 0,8 per cento di emissioni a livello mondiale. Per questo, dal 2035 ci potranno essere solo auto elettriche. Peccato che, per produrre le batterie elettriche, la Cina, che già produce il 30 per cento delle emissioni, stia ricorrendo alle centrali di carbone. Così noi scenderemo allo 0,7 per cento e loro saliranno al 40 per cento…». Il focus è stato di impronta più strettamente leghista: «La scelta per la Lega è una scelta per l’identità, i territori e la cultura. Grazie a noi, l’autonomia per cui la Lega è nata oggi è realtà. Bisogna riprendersi la responsabilità di dire sì e no, sapendo che il no comporta spiegazioni. Domani sarò a Roma, perché il Gran Premio di Monza è tornato a rischio: farò di tutto perché Monza non perda questo appuntamento. Il governo, statene certi, lavorerà cinque anni, non un giorno di meno».