Lombardia: da dove (ri)parte la Lega di Massimiliano Romeo

I numeri di vent'anni di elezioni a Monza, Brianza e regionali con cui dovrà fare i conti il nuovo segretario del Carroccio lombardo.
Massimiliano Romeo
Massimiliano Romeo

«Matteo, io sono sempre stato leale: ma se non parliamo più del Nord i voti al Nord non li prendiamo più». È il passaggio più citato e commentato dell’intervento con cui il monzese Massimiliano Romeo, domenica 14 dicembre, si è presentato al congresso che lo ha eletto segretario della Lega Lombarda. Le sue parole, dirette a Salvini che lo ascoltava in platea, hanno suscitato l’ovazione, accompagnata da un lungo applauso dei delegati.

Lega in Lombardia: Romeo e i numeri elettorali

E di consensi negli ultimi anni il Carroccio ne ha guadagnati e persi tanti secondo l’andamento di cicli politici che assomigliano sempre più a bolle che crescono attorno ai singoli leader per poi scoppiare dopo pochi anni: se alle politiche del 2001, tra la Lombardia e Monza, la Lega veleggiava attorno al 7,6%, a quelle del 2006 era al 4,58% a livello nazionale, al 7,74% in Lombardia, all’11,6% in Brianza e al 7,44 in città%. Nel 2013 in Brianza era risalita all’11,68% e a Monza all’8,81 mentre cinque anni dopo, con la guida di Salvini, che l’ha proiettata al 17,35% nazionale, è diventata il primo partito del centrodestra: nella nostra provincia ha superato il 26% e a Monza si è attestata al 21,86%.

L’exploit nazionale non era una novità nel nostro territorio dato che, tra la fine degli anni Novanta e nel primo decennio degli anni Duemila, in parecchi comuni superava il 30% con punte attorno al 40%. Il 2019 è stato l’anno d’oro per Matteo Salvini con il successo incassato alle Europee da ministro dell’Interno nel governo gialloverde: quel 34,33% a livello nazionale ora sembra inavvicinabile, così come il 43,38% ottenuto in Lombardia e il 41,52% conquistato in Brianza a fronte del 12,63% di cinque anni prima quando era stato il Pd di Matteo Renzi a fare il pieno.

Lega in Lombardia: il declino dopo la strappo da Conte

Pochi mesi dopo, però, con la caduta del primo esecutivo guidato da Giuseppe Conte è iniziato il declino di Salvini che ha trascinato con sé quello del movimento. Alle politiche del 2022 il Carroccio, che ha ceduto lo scettro a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, è sceso all’8,79% nazionale e al 10,80% nel collegio di Monza, alle regionali del febbraio 2023 si è attestato al 16,53% dietro a FdI che è balzata al 25,18% e al Pd con il 21,82% mentre in Brianza si è fermato al 14,42% e a Monza all’8,71%. Solo cinque anni prima nella corsa per il Pirellone aveva accumulato il 29,65% a fronte del 3,64% di FdI, in Brianza il era ancorato al 28,58% e a Monza il 23,49%.

Alle Europee dello scorso giugno sia a livello nazionale con il 9,01% sia in nella nostra provincia (10,59%) la Lega è stata superata da Forza Italia che, rispettivamente, ha incassato il 9,63% e all’11,05%. È andata meglio sul piano lombardo dove con il 13,09% ha limitato i danni mentre a Monza è precipitata al 6,97%. Nel consiglio comunale monzese dal 2022 il Carroccio ha un unico esponente, proprio come era solo Romeo all’epoca della giunta guidata da Michele Faglia. Al congresso il neo segretario regionale ha lanciato parecchie stoccate a Salvini: «La militanza – ha ammonito – non può essere considerata manovalanza» da non coinvolgere in quanto le decisioni sono prese da «un comitato ristretto».