Come nello slogan del Sessantotto fatto proprio dalla sinistra (Bono docet): una risata li seppellirà. Pino Tozzi rompe l’ombrellone del silenzio e rilancia. Niente pace. Altro che caffè pacificatore. Altro che tramonti e parole crociate. Ad Arcore l’estate accende i motori della polemica. E mentre qualcuno si abbronza, Tozzi affila le armi. Politiche, s’intende. Il compagno Bono? «Mi ha tolto le deleghe nel 2023, ma gli attuali amministratori li ho proposti io. E loro mi hanno scaricato». Tradimento, versione 25 luglio. Se qualcuno degli attuali beneficiati da Fratelli d’Italia non sa cosa sia, se lo faccia spiegare… Il tentativo di pace messo in piedi da quello che Pino considera il “Badoglio” della situazione c’è stato. Una farsa dal momento che il sindaco aveva contrabbandato la cacciata di Tozzi con tanto di denuncia in Tribunale. Che fine ha fatto quest’ultima dopo oltre due anni? Mistero. Le accuse a detta del primo cittadino erano chiare e le prove lampanti. Peccato che i magistrati di Monza non siano stati dello stesso parere. E le parole profuse a piene mani dal sindaco e accoliti al momento dell’allontanamento. Qualcuno dimentica in fretta. Pino no. Il grande ritorno è pronto, con una lista civica nuova fiammante. Quasi 80 anni, ma la grinta di un ventenne sotto campagna. E Arcore si prepara a vivere i prossimi due anni al peperoncino. O al mojito. Dipende dalla spiaggia.