Un territorio in cui la ricchezza non manca ed è anche capace di risparmiare. Questo in sintesi il dato che emerge dalla nota diffusa dalla Banca d’Italia sui dati del 2014 riguardanti le entità dei depositi e degli impieghi bancari a Monza e in Brianza. Il 31 dicembre sui conti degli istituti di credito della Provincia c’erano 15.472 milioni di euro. La cifra, che comprende anche Bot e altri titoli, è aumentata del 4,4% rispetto all’anno precedente quando era ferma a 14.819 milioni.
Gli impieghi per il pagamento di mutui, prestiti e acquisti di beni sono scesi in un anno del 3,5% passando da 22.297,918 milioni di euro a 21.517 milioni. Facendo due conti, ogni brianzolo ha a disposizione una media di 17.885 euro. Si tratta naturalmente di dati teorici. Secondo gli esperti è infatti realistico supporre che il 40% dei residenti abbia un patrimonio superiore, mentre il 60% inferiore.
La Provincia di Monza si conferma tra le più agiate della Lombardia dietro a Milano che svetta con un deposito complessivo di 204.131,562 milioni di euro e una quota pro capite di 64.300 e a Sondrio dove nei forzieri si trovano 27.800 euro per ogni abitante. Tutti i territori, tranne quello milanese, rimangono però sotto la media pro capite regionale che, proprio a causa del peso finanziario del capoluogo, balza a 31.800 euro.
La Brianza può consolarsi pensando al fatto di avere una disponibilità lievemente superiore a quella nazionale, ferma a 17.200 euro.
Nella provincia, in termini assoluti, Monza vanta gli importi più elevati sia per le cifre sui conti correnti che per gli impieghi mentre nella classifica della ricchezza media, con i suoi 33.999 euro, si colloca al secondo posto dietro a Barlassina che primeggia con 36.543 euro; seguono Seregno con 28,973 euro, Vimercate, Agrate, Carate e Lesmo. In coda si piazzano Limbiate con 7.040 euro pro capite e Briosco con 6.970.